Inizia con Simone Martini e finisce con Canova. Un viaggio emozionante nella storia dell’iconografia di Santa Maria Maddalena, attraverso “capolavori assoluti, senza eguali nel mondo che stanno nelle Marche” come ha definito Vittorio Sgarbi – curatore della Mostra ““La Maddalena, tra peccato e penitenza” inaugurata sabato scorso a Loreto, presso il Museo-Antico Tesoro della Santa Casa – le Maddalene di Carlo Crivelli di Montefiore dell’Aso ( “che anticipa Klimt”) e di Orazio Gentileschi, ospitata a Fabriano e ora in mostra insieme ad altre 50 opere fino all’8 gennaio 2017.
Promossa dalla Regione Marche nell’ambito del progetto le Grandi Mostre del Giubileo 2016, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Marchigiana, La Prelatura Territoriale della Santa Casa di Loreto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Anci Marche e il Comune di Loreto, la mostra è organizzata dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e da Artifex. Alla presentazione a fatto gli onori di casa Monsignor Giovanni Tonucci, arcivescovo di Loreto, parlando di “ Maria di Magdala che nei vangeli non è mai citata come peccatrice e quindi appare una discrepanza tra Vangelo e iconografia, un’immagine che poi spesso è stata trasmessa così fino a diventare leggenda, probabilmente confondendo le diverse Maria citate nei Vangeli fino alla sovrapposizione con Maria Egiziaca, eremita e penitente. Ma ciò non toglie nulla alla bellezza e all’importanza di questa mostra e alla celebrazione di una Santa di cui Papa Francesco ha voluto elevare la memoria liturgica con una festa.

Interviste a Mon. Tonucci, all’ass. Pieroni e a Vittorio Sgarbi
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