Un ateneo promotore di sviluppo, non solo culturale, ma anche sociale e imprenditoriale in un’ottica di sostenibilità e inclusione: è la sfida lanciata dall’Università di Macerata alla 734esima inaugurazione del suo anno accademico. Oggi al teatro Lauro Rossi, gremito non solo da studenti, docenti e personale amministrativo, ma anche da autorità civili, militari e religiose nonché rappresentanti del mondo delle imprese, si è tenuta la cerimonia solenne, aperta dal corteo degli accademici lungo corso della Repubblica. Il sindaco Sandro Parcaroli ha portato il saluto della città. Come testimonial d’eccezione è stato chiamato Riccardo Illy, presidente per tanti anni di Illy Caffe e attualmente presidente del Polo del Gusto. “Un vero “rennaissance man” – lo ha definito il rettore John McCourt , imprenditore, politico di grande successo, intellettuale e scrittore”.
La giornata si è aperta con un incontro dedicato proprio al dialogo tra accademia e mondo dell’impresa, che ha visto Riccardo Illy confrontarsi con i vertici delle associazioni di categoria – erano presenti per Confindustria Macerata il presidente Sauro Grimaldi, i vice Marco Ragni e Giovanni Faggiolati, il direttore Gianni Niccolò, il vice presidente dei Giovani industriali Massimiliano Balducci con il delegato alla scuola Carlo Rotini e per Confartigianato il segretario Giorgio Menichelli – nonché dottorandi e rappresentanti di Romcaffè, Simonelli Group, Bper Banca e tante altre aziende del territorio. Sede dell’evento è stata il rinnovato Dipartimento di Economia e diritto in piazza Strambi, che ha idealmente tagliato il nastro per la riapertura del palazzo dopo i lavori di ammodernamento e adeguamento sismico.

Un Ateneo che si rinnova

Durante il suo discorso, il rettore McCourt ha disegnato il quadro di un ateneo in buona salute. “Registriamo un aumento del 7% per gli studenti immatricolati – ha rivelato -. Questa piccola crescita c’è perché insistiamo per una didattica di qualità”.  Si stanno rinnovando palazzi, aule e infrastrutture. L’Ateneo ha recentemente eseguito interventi di ristrutturazione della Loggia del Grano e Palazzina Tucci, e i lavori a Piazza Strambi sono stati appena terminati. Grazie all’Erdis, è stato aumentato il numero di posti letto e di residenze per gli studenti. Nel corso del 2024 prenderanno avvio i lavori di riparazione, miglioramento sismico, efficientamento energetico e riqualificazione di palazzo Ciccolini, via Crescimbeni, Palazzo Ugolini, Giurisprudenza e via Garibaldi, immobili risultati parzialmente inagibili a causa dagli eventi sismici del 2016. Infine, I lavori per la costruzione del nuovo Centro Sportivo, partiti di recente, dovranno essere portati a termine entro il 2025. Nel giro di circa due mesi andrà in porto anche l’acquisto dell’ex-sede della Banca d’Italia.

Didattica al passo con i tempi

McCourt ha ribadito la duttilità dei laureati in campo umanistico e sociale. “Recenti ricerche hanno evidenziato una crescita del numero di laureati in discipline umanistiche che lavorano nel settore ICT, in particolare nei ruoli digitali legati al giornalismo e comunicazione e, sempre più spesso, nelle start-up” ha sottolineato. “Anche la nostra università, con forti radici nell’umanesimo, deve fornire ai propri laureati il know how per entrare nel mondo del lavoro. Ma anche il know who – le relazioni interpersonali che si allacciano con l’esperienza operativa ma ancora di più vivendo e contribuendo a una comunità universitaria viva come quella di Macerata”.
Sembra fargli eco il video messaggio di saluto del commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, che ha parlato di “Umanesimo Europeo” e della necessità di “competenze specialistiche in un mercato del lavoro che sta cambiando sotto i nostri occhi con la rivoluzione digitale, l’intelligenza artificiale e la transizione climatica”.
Lo stesso Illy, nella sua lectio magistralis, ha evidenziato la centralità delle università come produttrici e dispensatrici di conoscenza, essenziale per l’innovazione e la formazione imprenditoriale e manageriale, sottolineando la necessità di corsi specifici e piuttosto agili per l’aggiornamento continuo di manager e imprenditori. “Sommando l’intuito imprenditoriale degli “animal spirit” italiani alla conoscenza formale e approfondita di cui le Università sono custodi si ottengono effetti sinergici straordinari. Che ancora poche imprese hanno sfruttato; vale la pena di impegnarsi per estendere questi comportamenti virtuosi dei quali beneficerebbero entrambi i soggetti e l’intera collettività”.
In questo senso, l’Ateneo maceratese sta adeguando la propria offerta formativa. Dall’anno scorso è attivo un nuovo corso di laurea in Data analysis per le scienze sociali e il prossimo anno sarà lanciata una nuova laurea magistrale in “Archeologia e sviluppo dei territori” con una forte attenzione all’utilizzo delle nuove tecnologie. Altri fronti su cui Unimc sta investendo, anche in un’ottica di formazione continua, sono l’e-learning, l’ampliamento dell’offerta in lingua inglese, le attività di orientamento, la formazione e l’aggiornamento dei docenti della scuola e dell’università attraverso Centri dedicati. L’Università di Macerata ha anche aderito al progetto Digital Education Hub, che si propone di offrire un’educazione digitale di alta qualità agli studenti universitari e ai lavoratori di tutto il Paese, superando limiti connessi a localizzazione, condizione sociale, familiare o lavorativa.

L’inverno demografico

L’altra criticità che l’Europa si troverà a breve ad affrontare è quella del crollo delle nascite. “L’inverno demografico c’è già – ha ribadito il rettore McCourt -. Le scuole stanno chiudendo classi e sezioni, e le università cominceranno a sentire il calo nel numero di diciottenni pronti ad iscriversi. Già in Italia abbiamo una quota di laureati pericolosamente bassa. Eppure il mondo è pieno di giovani. I 144 milioni di nati del 2012 saranno, a livello mondiale, la coorte di nascita più grande mai vista nella storia dell’umanità. Se riuscissimo ad attrare più studenti dall’Africa, dall’Asia, diventerebbero in tal modo protagonisti in patria e ambasciatori del Made in Italy, o meglio dell’Educated in Italy”. 

Ricerca e terza missione

Il rettore ha ricordato anche il progetto Vitality, finanziato con fondi Pnrr, che collega l’Ateneo ad altre università, enti e imprese di Marche, Abruzzo e Umbria. Macerata gestisce un finanziamento di quasi 8 milioni di euro per un ambito dedicato all’inclusione e all’anti-fragilità. Nel 2023 Unimc ha visto anche un alto tasso di successo con i progetti di rilevante interesse nazionale, Prin – ben 37 sono stati quelli finanziati – e l’ingresso, con altre sette Atenei, nell’alleanza Europea Erua. Sul fronte dei rapporti con il mondo del lavoro e delle imprese, l’Ateneo si muove per supportare i giovani all’auto imprenditorialità e fornire alle imprese nuove traiettorie di sviluppo: nel 2023 sono state approvati due nuovi spin-off, Gaia Srl e Modametrics, ed è stata avviata la procedura per il primo brevetto in contitolarità con Unicam. “Arrivando qui, portavo con me la consapevolezza che questo Ateneo abbracciasse l’umanesimo come forza trainante – è stata la riflessione del nuovo direttore generale Domenico Panetta, che ha parlato in rappresentanza del personale tecnico amministrativo -. Oggi scopro che ha deciso di non fermarsi qui. È un’istituzione che ha anche maturato l’ambizione di rispondere alle esigenze del territorio, di essere al servizio della comunità e di contribuire allo sviluppo delle imprese. Il nostro impegno nella terza missione, nella sostenibilità e nell’inclusione deve essere un faro”.

La cura degli studenti

È, quindi, intervenuto Dario D’Urso in rappresentanza degli studenti. “Bisogna attivamente combattere la visione quantitativa del corpo studentesco, viaggiando verso una considerazione più profonda del singolo, che oltre alla formazione tradizionale possa ricevere ascolto, confronto, e senso di comunità. Al focus sulla valorizzazione dei talenti e delle eccellenze, va affiancata la cura del soggetto in difficoltà”, ha detto. Un discorso che sembra toccare anche gli studenti internazionali, che mostrano difficoltà a inserirsi in contesti culturalmente diversi e, soprattutto burocraticamente ostili. Questo ha tratteggiato Phuc Van Nguyen, arrivato dal Vietnam per un dottorato di UniMc “Cogliendo queste sfide e opportunità, possiamo trarre il meglio dal nostro ambiente internazionale e, cosa importante, non saremo soli durante tutto il viaggio. Ci sarano amici, colleghi e soprattutto la comunità universitaria che potranno darci una mano in caso di necessità.