L’imprenditoria femminile ha affrontato anni difficili tra pandemia, crisi economica e caro energia e dimostra ancora la sua tenacia nei territori. I dati provinciali attestano un peso delle aziende condotte da donne nella tenuta del tessuto produttivo, specialmente guardando alla dinamica delle imprese femminili artigiane, migliore rispetto alle imprese femminili totali. Ma per sorreggere l’imprenditoria femminile c’è bisogno di una spinta in più.
Al 31 dicembre 2022 sono infatti registrate 8.390 imprese femminili nel Maceratese, 5.609 nell’Ascolano e 4.623 nel Fermano, che incidono rispettivamente del 24,2%, del 23,4% e del 24% sul totale delle imprese registrate. Di queste, quasi una su dieci è condotta da giovani (sono 795 a Macerata, 525 ad Ascoli Piceno e 413 a Fermo). Significativo anche il peso delle imprese femminili a conduzione straniera, che sono 959 nel Maceratese, 709 nell’Ascolano e 602 nel Fermano.
Andando a confrontare i dati delle imprese artigiane femminili delle tre province di riferimento (che a paragone con il recente storico registrano andamenti migliori rispetto al totale delle imprese donna), ne sono registrate al 31 dicembre 2022 1.852 a Macerata, 1.261 a Fermo e 1.120 ad Ascoli Piceno. Di queste, nel Maceratese 218 sono giovani e 270 condotte da donne straniere, nell’Ascolano 159 e 129 e nel Fermano 107 e 171.
Tra le ombre nelle analisi delle imprese femminili artigiane, si evidenziano ancora delle flessioni nella composizione rispetto al 2021 (-0,3% nell’Ascolano, -3,7% nel Maceratese e -4% nel Fermano) ma con un rallentamento del segno meno rispetto al 2019 (quando il calo era di -0,7 ad Ascoli Piceno, -5,5 a Fermo e -5,8 nella provincia di Macerata). Sintomi di una lenta ma progressiva stabilizzazione.
“Serve una svolta culturale per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile – le parole di Sara Servili, Presidente interprovinciale del Movimento Donne Impresa – un impegno comune a creare le condizioni per esaltare il talento delle donne e favorirne la partecipazione al mercato del lavoro”.
“Le imprenditrici e in generale le donne italiane – ha sottolineato la Presidente Servili – devono fare i conti con la carenza di politiche a favore dell’occupazione femminile e con un welfare che non aiuta a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Basta con gli interventi-spot: il futuro del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, per favorire la piena e duratura partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Anche grazie alle risorse del PNRR abbiamo l’occasione imperdibile di creare le condizioni per sostenere e valorizzare finalmente il talento delle donne e la loro capacità di contribuire alla crescita economica e sociale. Inoltre, rimettiamo al centro il tema della maternità, per promuovere quella conciliazione tra lavoro di cura e lavoro extra-domestico che è indispensabile per rilanciare al tempo stesso la natalità e il lavoro femminile”.
“Confartigianato, grazie al sostegno dei Ministeri competenti – aggiunge Eleonora D’Angelantonio, Responsabile Movimento Donne Impresa Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo – sta predisponendo iniziative per incentivare la conciliazione e rendere la vita più semplice alle donne che vogliono diventare madri senza per questo rinunciare alla propria vocazione professionale. Intendiamo ricostruire quella rete di assistenza, servizi e solidarietà che un tempo era rappresentata da una rete parentale oggi molto sfibrata e può essere rimessa in piedi attraverso il welfare di prossimità, utilizzando anche le potenzialità delle nuove tecnologie.
Partecipiamo inoltre, attraverso il Dipartimento delle Pari Opportunità all’attuazione della misura del Pnrr dedicata all’imprenditoria femminile, che mette a disposizione 400 milioni di euro.
All’impegno del ministero delle Pari Opportunità si affianca poi quello dichiarato dalle parlamentari, che in occasione della recente Convention Nazionale Donne Impresa Confartigianato, si sono mostrate tutte d’accordo nel voler intensificare il confronto con Confartigianato per raccogliere proposte da condividere, ed iniziative parlamentari trasversali ai tutti i gruppi politici in nome della parità di genere e del superamento degli ostacoli che frenano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro”.