Esattamente due anni fa aveva commosso l’Italia laureandosi ultraottantenne in filosofia all’Università di Macerata per trovare una risposta alla scomparsa della sua amata Angela, venuta a mancare per un male incurabile. Oggi, con una votazione di 101 su 110, ha fatto il bis Italo Spinelli, operaio in pensione di Finale Emilia (Modena), con la laurea magistrale, questa volta in ricerca storica e risorse della memoria, sempre nello stesso ateneo. “A spingermi agli studi – ha raccontato – è la voglia di sapere, perché la storia è bella e bisogna saperla trattare per il verso giusto”.
Il quasi ottantacinquenne – il suo compleanno è il 21 maggio -, che cinque anni fa aveva scelto l’ateneo maceratese perché già allora offriva corsi anche online, questa volta ha discusso la sua tesi insieme ai suoi più giovani colleghi in video conferenza a causa delle restrizioni di contrasto alla pandemia, a casa, circondato dall’affetto della sorella e dei figli. Il lavoro del laureando era dedicato ai “Patrioti della bassa padana nell’Ottocento”, relatore Marco Severini,
Tradendo un’emozione comprensibile in un momento tanto importante, Spinelli ha raccontato gli anni drammatici del Risorgimento attraverso le vicende di patrioti meno conosciuti come Giuseppe Andreoli, Carlo Poma e gli undici Martiri di Belfiore “Ho scelto di fare la tesi su questi grandi uomini disposti a morire per la libertà – ha spiegato nei giorni scorsi il dottor Spinelli – perché la storia si ripete e l’uomo, purtroppo, è spesso cieco e sordo”.
A inizio della seduta è intervenuto a salutarlo anche il rettore Francesco Adornato, che ha invitato Spinelli, insieme agli altri laureati magistrali, alla cerimonia pubblica di consegna delle pergamene in piazza che l’Ateneo organizzerà a settembre per festeggiare tutti i suoi laureati a distanza. “E’ il decano dei nostri laureati. Siamo orgogliosi di annoverarlo fra i nostri studenti, un esempio per i suoi colleghi anagraficamente più giovani”.
Non poteva mancare all’appuntamento neanche Arianna Fermani, professoressa di storia della filosofia antica nel precedente corso. “Mi ha chiesto di indossare lo stesso foulard bianco che portavo il giorno della sua prima laurea”.
“Si invecchia bene solo se si resta giovani. Questa sua passione per la storia è una forma di giovinezza. Ho apprezzato il suo lavoro per questo senso di partecipazione e mi sembra bello poter vedere la grande Storia attraverso le storie di alcuni suoi protagonisti” ha concluso il correlatore Roberto Cresti.