Rosina Carsetti sarebbe stata uccisa dal nipote, Enea Simonetti, dopo aver architettato l’omicidio con la madre Arianna. Il marito di Rosina, Enrico Orazi, non avrebbe partecipato al delitto, ma solo alla messa in scena. E’ il quadro fatto dal procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, sulla morte della 78enne avvenuta per soffocamento il 24 dicembre scorso, nella sua villetta a Montecassiano. In una conferenza stampa fiume, in tarda mattinata, dopo la comunicazione dell’arresto di Enea e Arianna, mentre per Enrico che ha 79 anni, anche se sussistono gravi indizi per non aver impedito la morte della moglie, non è stata adottata la misura cautelare.
Non ha stupito più di tanto la notizia degli arresti, le versioni fornite dai tre, specie sulla presunta rapina, non hanno mai convinto per i riscontri reali pressoché nulli. Di certo invece stupisce la motivazione di un omicidio, peraltro premeditato, nei confronti di una nonna e mamma, per “rapporti familiari logorati”. “Rosina ci costa 5 mila euro l’anno”, è una delle frasi estrapolate tra le varie intercettazioni e chat tra i suoi familiari, che più colpiscono e testimoniano la difficile situazione in casa. “A differenza dell’esterno – ha tenuto a precisare Giovanni Giorgio – dove invece Rosina era molto amata. La sera stessa del delitto due conoscenti erano andati a casa sua per portarle un regalo senza ricevere risposta”. La coppia si era recata lì tra le 17,00 e le 17,30, secondo gli inquirenti l’omicidio era appena avvenuto. Poi la chiamata ai carabinieri molto più tardi, alle 19,47 e il racconto di un fantomatico rapinatore entrato in casa con i calzari, autore del soffocamento dell’anziana. Tante parole, senza spenderne nemmeno una nei confronti di Rosina che era appena morta.
Le indagini hanno virato fin da subito sui familiari, Enea nelle ore successive all’omicidio ha dato diverse versioni sui fatti, lasciandosi sfuggire che era accaduto un incidente in casa legato al fatto che la madre non era in buoni rapporti con Rosina. Quest’ultima, saputo dell’accaduto, ha ripreso il figlio ricordandogli di rispettare i patti e che tanto la responsabilità sarebbe ricaduta sul nonno. Poi sono arrivate una serie di incongruenze, frasi recuperate da conversazioni tra madre e figlio che hanno determinato la decisione dell’arresto.
Sono 200 le pagine del fascicolo dedicato all’omicidio di Rosina, solo alcuni particolari sono stati resi pubblici. Il piano per uccidere la donna sarebbe partito il 16 dicembre ed avrebbe avuto un’accelerazione quando la figlia sarebbe venuta a conoscenza che Rosina aveva preso contatto con un avvocato del Centro antiviolenza di Macerata.