Proponiamo di seguito la prima parte della lettera pastorale di mons. Nazzareno Marconi “La Parrocchia che verrà”.

Il 4 agosto 2015,  festa di S. Giovanni Maria Vianney, solo 5 anni fa, ma ormai in un tempo lontano, scrivevo idealmente ad un Giovane Parroco “che si ritrovava a guidare il popolo di Dio in questo tempo di grandi cambiamenti” la mia Prima Lettera Pastorale, programmatica del mio primo quinquennio episcopale: la “Lettera ad un giovane parroco”. E non pensavo certo quanto questi grandi cambiamenti sarebbero stati accelerati da una cosa così piccola com’è un virus. Ho provato a rileggere oggi quelle pagine, che avevano guidato poi sia l’Anno Santo della Misericordia (2016), che il triennio pastorale su Carità (2017), Catechesi (2018) e Liturgia (2019). Le ho rilette alla luce dei documenti conclusivi del cammino di riflessione di ognuno di questi 4 anni, che scaturivano dal Convegno Diocesano di fine anno, e che avevano sempre il titolo di “Piccoli passi possibili”. C’è stato poi il conforto dei primi 5 mesi di Visita Pastorale da settembre 2019 al febbraio 2020, bruscamente interrotta dalla pandemia, ma comunque preziosa per un contatto diretto con i territori di Cingoli Centro, Pollenza, Macerata la Pace, Villa Potenza, e Recanati. Ed è di questi giorni la lettura delle prime risposte dei miei preti alla domanda: che cosa ci ha insegnato questo tempo di pandemia? Sono così giunto a chiedermi: come aggiornare la “Lettera ad un Giovane Parroco” dopo 5 anni di riflessione diocesana e lavoro sul suo contenuto di Progetto di Pastorale Fondamentale? Quello che segue è un primo tentativo di risposta, che intendo rilanciare alla meditazione di tutti durante questa estate. Su un testo programmatico, che non cercava stranezze ma voleva solo indicare i punti di Pastorale Fondamentale su cui la Chiesa dal Concilio fino alle Evangelii Gaudium si era concentrata, non ci sono da aspettare grandi cambiamenti. Ma lo ripropongo perché il cammino fatto ne mostra a mio parere la bontà e concretezza. Descrivevo già allora una situazione che oggi è ancor più vera. “Caro Giovane Parroco, i parroci più anziani con cui hai certamente collaborato nei primi anni del tuo ministero pastorale, ti hanno insegnato molte cose, ma tu sei ormai convinto che la realtà è cambiata e che non basti perciò semplicemente applicare ciò che hai visto fare loro. Loro stessi si trovano un po’ in difficoltà e forse potrebbero trovare in queste righe qualcosa di utile su cui riflettere”. Leggere oggi le righe seguenti suona quasi profetico.
“La parrocchia, come si diceva un tempo, era “la fontana del villaggio” alla quale tutti venivano ad attingere. Oggi però la gente ha l’acqua in casa, e ognuno può ordinare via Internet tutto quello che gli serve restando comodamente seduto in 4 poltrona. Questo mondo di persone che si incontrano molto di meno, che vivono in maniera isolata ed indipendente, lo riscontriamo anche nell’ambito della fede. Sarebbe sbagliato affermare che non ci sia anche oggi nel cuore di tanti un vago ma forte desiderio di Dio, così come molti sentono ancora il bisogno di esprimere la loro fede in segni e gesti della tradizione. È anche sempre più diffusa una condizione di paura di fronte all’esistenza, che spinge le persone a cercare protezione ed affetto da parte di “Qualcuno” più grande di loro. Hai certamente presente tante di queste esistenze che hanno un cuore predisposto ad accogliere il Vangelo. Così hai certo presenti, tanti bambini e giovani ancora pienamente disponibili ad accogliere una proposta di fede e di vita cristiana purché sia serena, positiva, concreta, realmente comunitaria”. Quello che allora motivava una scelta coraggiosa e missionaria, oggi è ancora più urgente”.
L’intera lettera pastirale di mons. Marconi è pubblicata sul sito della diocesi di Macerata all’indirizzo www,diocesimacerata.it