“Nell’ex palazzo del Catasto ci vedrei bene un albergo visto che a Macerata abbiamo bisogno di ricettività. Nelle varie zone cittadine riformulerei i Comitati di quartiere per creare dei punti di riferimento con le persone che potranno segnalare anche cosa non va”. Sono solo alcuni degli spunti arrivati ieri sera da Narciso Ricotta, candidato dem alle primarie di febbraio a Macerata, nel confronto con i giornalisti della testate locali. Davanti ad una platea molto numerosa. Per l’occasione era presente l’establishment del partito, dall’assessore regionale Angelo Sciapichetti all’ex deputata Irene Manzi, gli avvocati Netti (padre e figlio), il capogruppo in consiglio comunale Maurizio Del Gobbo, Adriano Ciaffi e il sindaco Romano Carancini che ha già dichiarato apertamente di appoggiarlo.
Narciso Ricotta, che si presenta come l’uomo del dialogo, se la dovrà vedere alle primarie del 16 febbraio con Luciano Pantanetti, Stefania Monteverde e Davd Miliozzi (i primi due erano presenti ieri). Ricotta ha analizzato i vari argomenti posti sul tavolo che i giornalisti avevano preparato. Già in questa occasione ha dimostrato di avere le idee ben chiare, intanto ha promesso discontinuità con l’amministrazione attuale pur non rinnegando quanto fatto finora. “In futuro faremo cose diverse, non sarà certo un Carancini ter – ha tenuto a precisare sottolineando inoltre di essere un uomo del Pd-. Mi onoro di essere stato il primo segretario cittadino del Pd e di avere fatto una lunga esperienza amministrativa che aiuta a migliorarsi”. Da segnalare la volontà di creare un Patto territoriale con i Comuni confinanti per realizzare i vari progetti come il Centro Fiere di Villa Potenza e l’Ospedale Unico; riportare in centro storico il maggior numero di servizi possibile come già fatto con gli spazi per il Giudice di pace e Palazzo Conventati; rendere la città un giardino curando il verde ed i parchi e creando centri di aggregazione. Sul tema della sicurezza, Ricotta ha lodato l’attività del questore Pignataro ed ha fatto una proposta ai futuri amministratori affinché facciano il test antidroga e lo rendano pubblico, “per dire tutti insieme no alle dipendenze”.