Il Capodanno Cinese, festeggiato dentro lo Sferisterio, non si era mai visto, ma è stata una formula vincente. Molto apprezzato lo spettacolo serale, di circa mezz’ora, tant’è che è stato replicato per ben due volte stante la forte richiesta di biglietti. In 500, ogni volta, sul maestoso palcoscenico dello Sferisterio, hanno potuto assistere alle incursioni di ballerini, cantanti, atleti di kung fu, accompagnati dal bellissimo video mapping di Luca Agnani, centrato sulle colonne e sui palchi dell’arena (le coreografie sono state curate da Roberto Lori, le dimostrazioni di arti marziali da Daniele Montenovo). I luoghi si sono rovesciati, il pubblico in piedi (graziato anche da una serata piuttosto mite), ha assistito allo spettacolo dal luogo dove normalmente si svolgono le esibizioni. Tutto al rovescio, ma la scelta è stata azzeccata. L’Istituto Confucio, l’Università e il Comune di Macerata, organizzatori della sesta edizione del Capodanno Cinese, hanno avviato un’interessante novità, quella dell’apertura dello Sferisterio d’inverno.
Anche piazza Mazzini è stata al centro dei festeggiamenti per l’arrivo dell’anno del maiale, il dodicesimo segno dello zodiaco cinese, auspicio di stabilità, generosità, altruismo e ospitalità. Tanti i giovani accorsi, ma non solo, per scoprire qualche aspetto curioso della Cina, come i giochi, l’arte della calligrafia, del ritaglio della carta e dei nodi. Presenti anche gli studenti del Liceo Linguistico Giacomo Leopardi, sempre più attivo nello studio della Cina e del cinese.
L’evento coordinato da Aldo Caldarelli, rappresenta il momento di sintesi delle attività dell’Istituto Confucio in connessione con il territorio e nel contesto di forte internazionalizzazione che caratterizza l’Università di Macerata che con la Cina ha un lasciapassare di tutto rispetto grazie a padre Matteo Ricci.