Sul fronte delle indagini sull’uccisione di Pamela Mastropietro, arrivano ulteriori dettagli dalla perizia medico-legale. Pamela era viva quando è le sono state inferte due coltellate al fegato ed un colpo alla testa. Dunque la 18enne romana il cui corpo è stato ritrovato fatto a pezzi dentro due valigie, due settimane fa a Casette Verdini, non sarebbe morta di overdose, ma sarebbe stata uccisa. Rilevato il segno di un’iniezione al braccio che si collega con il fatto che la giovane il 30 gennaio si era recata nella farmacia di via Spalato per acquistare una siringa. Le indagini proseguono per cercare di appurare tutti i risvolti della tragica vicenda. In particolare, il quarto indagato, Anthony Anyanwu, starebbe collaborando con gli inquirenti, fornendo dati interessanti sulle telefonate tra i tre nigeriani fermati per l’omicidio, avvenute nel giorno della morte di Pamela.
Intanto stamane, al tribunale di Macerata, sono stati convalidati i fermi per i due nigeriani, Desmond Lucky e Lucky Awelima, accusati del delitto insieme a Innocent Oseghale.