E’ stata una cerimonia molto sentita quella che si è svolta ieri pomeriggio, allo Sferisterio di Macerata, nella giornata del santo patrono. Il monumento simbolo della città ha accolto nella platea quasi 2 mila persone che hanno partecipato alla Santa Messa officiata dal vescovo, mons. Nazzareno Marconi, affiancato da gran parte dei sacerdoti diocesani (nel corso della quale sono state raccolte offerte che andranno a favore delle popolazioni terremotate) . “La celebrazione di San Giuliano – ha accennato subito mons. Marconi nell’omelia – quest’anno prende un significato particolare, anche per l’esperienza, purtroppo molto vicina, del terremoto che ha flagellato la nostra terra. Abbiamo però sperimentato come Dio ci salva dagli eventi negativi, che fanno parte della nostra vita fragile sulla terra, attraverso l’impegno degli uomini di buona volontà.
Sappiamo bene che le responsabilità di uomini che non fanno il proprio dovere per il bene comune, possono aggravare le conseguenze di un evento naturale com’è un sisma. E purtroppo questa storia di inadempienze e colpevoli mancanze la conosciamo e la scopriamo sempre di più.
Tuttavia l’impegno eroico di uomini retti, che sostenuti dal civismo e molto spesso dalla fede, salvano, soccorrono ed ospitano le vittime del terremoto, sono le mani di Dio che salva e che protegge.
Questa esperienza ci ha poi insegnato il valore della vita. Le case crollate si potranno ricostruire. I beni danneggiati ricomperare, ma le vite travolte dal terremoto non si recuperano. Se non agli occhi della fede, che ci insegna a guardare la morte, anche quella più tragica ed improvvisa, come un passaggio verso la luce di Dio. Per questo da credenti sentiamo oggi tutto il dovere della preghiera di suffragio per le vittime. Non è vero che non possiamo fare più nulla per loro. Possiamo pregare “il Signore clemente e misericordioso, che perdona i peccati” perché li accolga nelle braccia della sua misericordia.
Non ho potuto fare a meno di pensare a quante altre case, nel senso di famiglie, di nuclei familiari in crisi, sono a rischio crollo o sono già in macerie. Quando crolla interiormente una famiglia ci sono egualmente vittime e spesso soprattutto vittime innocenti. Non ho potuto fare a meno di pensare che se tutti mettessero lo stesso impegno per rendere antisismiche davanti alle prove della vita le unioni familiari; se alle prime scosse tutti si mobilitassero con la stessa generosità che vediamo oggi; se i politici prendessero provvedimenti altrettanto celeri e saggi per dare sostegno alle famiglie che rischiano di crollare dentro, la nostra intera società ne guadagnerebbe molto. Quante vittime e quanto dolore potremmo evitare se scattasse una “protezione civile” altrettanto efficiente in difesa di chi si ama e vuol, continuare ad amarsi, con l’aiuto generoso di tanti per superare le crisi ed i sismi della vita.
E’ un sogno di vescovo, che affido alla protezione di San Giuliano ed alla collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà che sono tra noi e per fortuna sono tanti”.