E’ scattata nelle Marche la “vendemmia” delle visciole, le ciliegie selvatiche che gli agricoltori hanno salvato dall’estinzione, dando vita ad esperienze di filiera corta che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore tra i consumatori. Ad annunciarlo è la Coldiretti mentre sul territorio regionale sono partite le operazioni di raccolta, con risultati produttivi che variano un po’ da territorio a territorio. La visciola è un’antica varietà di ciliegia selvatica (Prunus cerasus), dal colore rosso scuro e dal sapore acidulo, un tempo molto diffusa, soprattutto nelle campagne del Pesarese e dell’Anconetano, fino al Maceratese, e oggetto negli ultimi anni di una graduale riscoperta. Il prodotto più gettonato è senza dubbio il vino di visciole, con una produzione che, secondo una stima Coldiretti, è salita nel 2014 a circa 150mila litri, per una quarantina di imprese agricole coinvolte. Ma la filiera vede anche marmellate, acquaviti, visciole cotte al sole, fino a cioccolato e formaggio, oltre a panettoni e colombe per le feste e gelati artigianali. Proprio la visciola è al centro di una ricerca presentata ad Expo nel corso della settimana dedicata da Coldiretti all’agricoltura marchigiana e realizzata da Università di Camerino (Unicam) e azienda agricola Si.Gi. di Macerata.