“Tornare alle radici della nostra identità cristiana, della fede popolare che è un tesoro prezioso da rinnovare e da passare migliore alla generazione futura”. Nella sua prima omelia di San Giuliano, il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, si è rivolto così ai tanti fedeli che lo hanno ascoltato in un duomo gremito. Ieri, festa del Santo Patrono, il presule ha pronunciato frasi di grande forza per tutti, spiegando con chiarezza di non cullarsi sulle parole, ma di passare alla concretezza come metodo fondamentale. “Vorrei – ha detto – che vivessimo quest’anno come una testimonianza di carità. Dobbiamo fare fondamenta forti al nostro cammino. Dobbiamo impegnarci e pregare ed io per primo, mi prendo l’impegno per aiutare tutti, in particolare i giovani, a fare un passo di qualità verso una vita di fede più forte”. E’ stato emozionante ascoltare il suo racconto di come ha vissuto la mattinata di ieri, in ospedale, a Macerata, dove per due ore ha incontrato tanti pazienti.

Ascoltiamo l’omelia del Vescovo

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