Sequestrato il terzo manoscritto dell’Infinito di Giacomo Leopardi. Sarebbe infatti un falso, una semplice copia, forse di quegli anni, ma non scritta dalla mano del poeta. Ora due persone sono finite sotto inchiesta, Luciano Innocenzi, il collezionista di Cingoli che deteneva il manoscritto e Luca Pernici, direttore della biblioteca di Cingoli comproprietario dell’autografo e colui che ha coinvolto gli esperti per dimostrarne l’autenticità. E dire che la professoressa Laura Melosi, titolare della cattedra su Leopardi all’università di Macerata, aveva dato parere favorevole, come pure il professor Marcello Andria di Napoli, esperto di Leopardi, aveva fatto la dichiarazione di autenticità. Si era arrivati anche a mettere all’asta il documento con un prezzo base di 150 mila euro. Le indagini dei carabinieri hanno però appurato che il manoscritto è falso e Pernici e Innocenzi sono accusati di averlo detenuto allo scopo di venderlo.