Sarebbe stato ucciso da un gruppo di fuoco. E’ l’ultima versione sull’omicidio di Pietro Sarchiè, il 62enne pescivendolo di San Benedetto trovato cadavere nelle campagne di San Severino. Secondo la procura di Macerata sarebbero coinvolte oltre a Giuseppe Farina due o più persone da individuare. L’ipotesi è scaturita a seguito dell’interrogatorio di ieri di Farina, il 40enne originario di Catania e residente da anni a Seppio di Pioraco. L’omicidio sarebbe nato nell’ambito lavorativo dato che Farina fa lo stesso lavoro della vittima. L’indagato, convocato in tribunale, ieri ha preferito non parlare, come pure i coniugi Domenico Torrisi e Maria Ansaldi, accusati di favoreggiamento. In ogni caso la procura ipotizza che più persone avrebbero partecipato al brutale omicidio. Sarchiè è stato infatti raggiunto da sei colpi di pistola, quindi il suo corpo è stato in parte bruciato e semisepolto.