Il Gruppo UDC Popolari Marche interviene con nota, sulla mozione respinta ieri dal Consiglio regionale.
“La votazione e la discussione di ieri sulla mozione delle minoranze per l’applicazione della ru486 nei
consultori familiari ha segnato una svolta storica per la Regione Marche. Esprimo piena soddisfazione, come capogruppo UdC, per la compattezza della maggioranza che ha respinto in blocco l’applicazione della direttiva ministeriale in quanto contraddice la 194: questa legge infatti prescrive che
l’aborto debba essere fatto in ospedale e l’aborto chimico della RU486 non è una semplice pillola del
giorno dopo, ma una vera interruzione di gravidanza avviata e quindi, come l’aborto chirurgico, deve
essere fatto in ospedale. Il consiglio ha quindi stabilito la difesa di una prerogativa dell’autonomia regionale nel rispetto della gerarchia delle fonti giuridiche; troppe volte l’attuale governo cerca la scorciatoia dell’atto amministrativo saltando il parlamento, come sta facendo con i decreti ministeriali nella gestione dell’emergenza sanitaria Covid19. Inoltre si è voluto tutelare la salute della donna dato che la RU486 comporta rischi seri e per questo necessita un ricovero ospedaliero che meglio garantisce contro eventuali emorragie, infezioni o altre conseguenze negative. Troviamo infine, come UdC Popolari Marche, particolarmente interessante il lungo e appassionato dibattito che ha preceduto la votazione. Sono emerse infatti molte considerazioni positive sulla necessità dell’applicazione puntuale della 194 che, contrariamente da quanto affermato da alcuni esponenti della minoranza, è applicata “a macchia di leopardo” dalle varie strutture socio sanitarie della regione. Fu lo stesso presidente Ceriscioli qualche tempo fa, rispondendo ad un’interrogazione del mio predecessore Luca Marconi, ad affermare che la 194 non è applicata in maniera uniforme per quanto riguarda la prevenzione dell’aborto. Mi è sembrato di capire, comunque, che l’intero Consiglio Regionale senza distinzione sostiene la necessità che si proceda in questa direzione e sarà quindi nostra cura mettere in moto tutte le iniziative amministrative e legislative affinché l’interruzione volontaria della gravidanza sia realmente l’ultima drammatica soluzione alla quale ricorrere per le situazioni di maternità difficili e non previste”.