Padre Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi. Il grande missionario maceratese in Cina e il suo discepolo più illustre convertito, hanno preso forma attraverso due statue collocate sulla facciata della Cattedrale di San Giovanni a Macerata. Ieri la cerimonia con il cardinal Pietro Parolin, alla presenza di tante autorità e dei fedeli. Ricci e Guanqgqi sono stati “una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore della massa perché vissero in comunione con Dio. Ora tocca a noi – ha affermato Parolin -. “Pur appartenendo a culture distanti e diversissime si sono incontrati nell’amicizia e hanno generato amicizia sociale, non fingendo di essere uguali ma avvicinandosi nella vicendevole stima ed affrontarono insieme la sfida, nel profondo rispetto della grandezza culturale della Cina, di condividere con il popolo cinese l’inestimabile dono del Vangelo, offerto come via di sapienza dal Signore a tutti gli uomini desiderosi di salvezza”. Le statue sono state donate dalla comunità cattolica cinese attraverso una raccolta fondi. Ma dietro c’è una storia che trae origine nel 2011 quando l’assessore di Xuhui (Shanghai), Song Haojie, arrivato a Macerata con diversi studiosi cinesi, visitò la cattedrale di San Giovanni, ancora chiusa per restauri. La chiesa conserva il ricordo dei Gesuiti e di Ricci, e vedendo le due nicchie vuote sulla facciata, confidò il suo sogno a don Giovanni Battista Sun di mettere lì due statue, una di Ricci e l’altra di Xu, come segno di amicizia e scambio internazionale. Il sogno si è avverato.