Libraria, così i gesuiti chiamavano la loro ricca biblioteca che a Macerata aveva sede nell’attuale palazzo della biblioteca. Proprio alla Mozzi-Borgetti, negli spazi stupendi delle Sale Antiche, è stata appena inaugurata la mostra di incunaboli, cinquecentine e rarità su cui studiò padre Matteo Ricci. Una mostra che stupisce, per la bellezza dei luoghi e l’ antichità delle opere. Una perla dell’estate maceratese. Al taglio del nastro, venerdì, erano presenti la curatrice Laura Mocchegiani, l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta, il vescovo monsignor Nazzareno Marconi, il presidente della Fondazione Internazionale “Padre Matteo Ricci” Dario Grandoni e il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles Paolo Sabbatini.
Il percorso espositivo è stato organizzato in quattro sezioni: le prime tre ripercorrono l’ordine della biblioteca gesuitica Cultura Umanistica, Scienza, Giuristi e la quarta, che si richiama alla storia dell’ordine, è stata dedicata interamente a padre Matteo Ricci.
L’obiettivo è mettere in risalto il fortunato progetto educativo dei Gesuiti: un metodo pedagogico allo stesso tempo rigoroso ma permeabile alle influenze della società, orientato anche verso le scienze e destinato a divenire il fulcro metodologico e culturale di una sorta di koiné del mondo cattolico. In seconda istanza si è scelto di selezionare i testi anche da un punto di vista più squisitamente storico-artistico esponendo incunaboli, cinquecentine e altri testi antichi che si lasciano apprezzare anche per la raffinatezza delle immagini, l’eleganza dei caratteri e il pregio editoriale e tipografico.
La mostra è visitabile nelle fasce orarie 10 – 12 | 15.30 – 17.30 su prenotazione da effettuare telefonando allo 0733.256360.