Oggi, 2 giugno, Festa della Repubblica, alle 9,30, si aprono le celebrazioni a Macerata, al monumento ai caduti dove il prefetto Flavio Ferdani deporrà una corona d’alloro alla presenza del picchetto interforze e delle autorità statali e locali. Alle 10,30, al teatro Lauro Rossi, il prefetto consegnerà le onorificenze al Merito della Repubblica italiana e le medaglie d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.
A questo proposito segnaliamo la storia pubblicata dal figlio, di Renato Ripari, nato a Civitanova Marche il 19 Aprile 1920, catturato dalle forze militari tedesche il 26 Settembre 1943 a Zara dove svolgeva servizio presso la quinta compagnia del Genio Militare e internato come prigioniero di guerra nel campo Wiesenthal e costretto ai lavori forzati nella fabbrica metallurgica di Brockhaus Sohne. Il figlio Luigi racconta che il padre era addetto ai lavori pesanti sui magli meccanici per la fabbricazione di pezzi di ricambio per treni. Condizioni fisiche e di salute ai limiti della sopravvivenza. “Mio padre – aggiunge Luigi – mi raccontava che arrivò a pesare 42 chili. Il pensiero di morire era costante e con il passare del tempo si aspettava con rassegnazione la fine, ogni sera si addormentava con la speranza di morire durante il sonno pur di non affrontare un altro giorno di sofferenza. Questo tormento finì i primi di maggio del 1945 e mio padre rientrò in patria il 15 novembre successivo. Questa sua vicenda mio padre la raccontò solo a 85 anni compiuti al suo nipote Matteo, e successivamente grazie ad una iniziativa dell’I.T.C. Gentili di Macerata addirittura portò di persona questa sua esperienza agli studenti, che ascoltarono le sue parole in un attento silenzio.”