Inaugurata ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, alla presenza delle maggiori autorità della città, la personale “Renata Boero. Teleri” a cura di Vittoria Coen e Giuliana Pascucci promossa e organizzata dal Comune di Macerata, dall’Accademia Belle Arti, dall’Università degli Studi di Macerata con il patrocinio della Provincia di Macerata e della Fondazione Marche Cultura.
L’esposizione, visitabile da domani 4 giugno fino al 9 novembre, attraverso opere monumentali a parete realizzate tra la metà degli anni Settanta e i primi anni Duemila, illustra il significativo percorso dell’artista.
Ad anticipare il taglio del nastro sono stati i saluti istituzionali e gli interventi delle curatrici conclusi dai ringraziamenti dell’artista presente all’inaugurazione.
“Una nuova esposizione che, nell’autorevole cornice dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, prosegue lungo il percorso della promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea in connessione con i circuiti nazionali e internazionali – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. Quest’anno, per la prima volta insieme, l’Accademia di Belle Arti, il Comune e l’Università di Macerata uniscono le forze per dare vita a un progetto espositivo-culturale condiviso, che intreccia arte, formazione e territorio. A inaugurare questa proficua collaborazione tra istituzioni è la mostra dedicata a Renata Boero, artista di fama internazionale, il cui lavoro – profondo, radicato e poetico – rappresenta una delle esperienze più originali dell’arte contemporanea italiana”.
“Questa mostra, frutto di un impegno condiviso per promuovere la cultura e creare spazi di dialogo tra i saperi – ha detto il Rettore Unimc John McCourt – consentirà alla nostra comunità studentesca di avvicinarsi alle opere di Boero, che attraversano il tempo e lo spazio, superano barriere culturali, sollecitando immaginazione e capacità di meraviglia. Integrare l’arte nei percorsi formativi significa stimolare nei giovani la capacità di interpretare, di sentire, di sviluppare un pensiero critico e creare connessioni nuove e profonde, in quell’ottica inter e transdisciplinare propria dell’Università di Macerata e della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi”.
Per l’Accademia di Belle Arti è intervenuto il presidente Gianni Dessì in rappresentanza del direttore Piergiorgio Capparucci che, attualmente impegnato all’estero, ha inviato un messaggio: “La presenza di Renata Boero a Palazzo Buonaccorsi è un’importante occasione per suggellare la collaborazione tra Accademia di Belle Arti, Comune di Macerata, Università, e siamo felici che l’artista abbia accolto il nostro invito a realizzare una sua personale. Il percorso storico di una carriera che ha avuto inizio durante gli anni sessanta e che, oggi, più che mai, la conferma quale artista riconosciuta a livello nazionale e internazionale, evidenzia la sua forza e la sua coerenza poetica. L’impegno che le Istituzioni, congiuntamente, hanno profuso, per arrivare a questo risultato, è rivolto principalmente alla città di Macerata e al territorio delle Marche, con l’auspicio che continui nel tempo, una collaborazione proficua, fatta di appuntamenti ed eventi che mostrino la viva attenzione alla cultura nelle sue diverse declinazioni, oltre alla valorizzazione delle eccellenze. Per l’Accademia di Belle Arti la formazione degli studenti, in particolare, passa anche attraverso la dimostrazione delle aperture che interessano lo studio, e che consentono di confrontarsi concretamente con varie realtà professionali viste con uno sguardo ampio. Un ringraziamento particolare alla professoressa Vittoria Coen e alla dottoressa Giuliana Pascucci, curatrici della mostra”.
“La poetica di Renata Boero, legata all’esperienza del fare e alla trasformazione della materia, si rivela oggi straordinariamente attuale in un’epoca segnata dalla crisi ambientale e dalla riscoperta dei ritmi lenti, delle pratiche sostenibili, dell’ascolto sensibile del vivente – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Questa mostra non è solo un omaggio alla carriera di un’artista di rilievo internazionale, ma anche un’occasione di riflessione collettiva sul ruolo dell’arte nella società contemporanea. Un invito a guardare avanti, riscoprendo il valore costruttivo del pensiero artistico come spazio di resistenza, confronto tra generazioni, visione e rigenerazione”.
Annoverata fra le figure femminili di spicco nell’arte del secondo Novecento, Renata Boero è attiva sulla scena internazionale dagli anni Sessanta, prevalentemente con cicli pittorici in cui vengono esplorate le potenzialità dei pigmenti ottenuti da radici, erbe, tuberi e altri elementi naturali, trattati attraverso la bollitura e l’ammollo sulla tela, che assorbe il colore. Vengono, così, generati segni che danno ritmo al racconto cromatico.
Una ricerca che trova la perfetta espressione in lavori di grande formato, caratterizzati da reticolati di tinture, nei quali il tempo e la memoria sono protagonisti del processo creativo e guidano l’interazione tra natura e spiritualità.
Lo si può vedere nei grandi teleri esposti fra cui alcuni Cromogrammi, nelle Ctò-nio-grafie descritte invece da “scacchiere” più nette e da tonalità più delicate, esito della permanenza nel terreno per lunghi periodi, come nella composizione Fioritura 1 (1990-2000).
In Cromogramma Giallo (1970-1975), la composizione orizzontale è suddivisa in quattro fasce parallele di rettangoli irregolari i cui colori variano dal giallo intenso e materico, nella parte superiore, a tonalità più profonde nella seconda, più calde e equilibrate nella terza. Questa opera suggerisce un processo di trasformazione lento e stratificato.
Una simile scansione degli spazi si ritrova anche in Cromogramma (1975-1980) in cui una griglia scandita da fasce di colori scuri e intensi sono attraversati da sfumature di verde, rosso e giallo. I pigmenti, spesso assorbiti nel tessuto o applicati in modo più trasparente, lasciano affiorare la grana della tela e le tracce del tempo.
In Cromogramma Terra (1980-1990), invece, i toni sono più caldi, la superficie risulta più testurizzata da pigmenti naturali che evocano una forte connessione con la materia e con il ciclo vitale, oltre a richiamare processi di ossidazione e decomposizione.
Ctò-nio-grafia “Paesaggio in rosa” (anni 2000) crea, con la sua forma quadrata, una composizione molto equilibrata in cui predominano sfumature di rosa e velature scure, con tracce che sembrano assorbite nel tempo. Nel dittico Ctò-nio-grafia, realizzato anch’esso negli anni 2000, le tele mostrano con una griglia di rettangoli piegati e trame visibili cromie terrose, rosate, violacee, con interventi di nero e marrone fra cui alcune zone molto dense e tridimensionali. L’opera richiama processi organici e naturali, legando arte, corpo e tempo in un processo alchemico.
Allusivo alla ciclicità, alla crescita e alla trasformazione è Fioritura 1 (1990-2000) che si presenta come un mosaico organico composto da tessere che evocano elementi naturali come cortecce, fiori e terra. I colori sono vibranti e intensi, con tonalità calde, intervallate da punte di blu e violetto. La composizione sembra espandersi lungo un asse centrale, come se la tela avesse assorbito la natura stessa, e la superficie ondulata, che poggia direttamente sul pavimento, aumenta il senso di contatto diretto con lo spazio e con l’osservatore.
Emerge dai lavori di Renata Boero la necessità di approfondimento e comprensione dei processi naturali in relazione all’azione umana e l’idea di superamento dell’arte come rappresentazione della realtà. Orienta infatti la sua cifra stilistica verso l’interpretazione della pittura come gesto artistico che non ritrae la natura, bensì la ricostruisce concettualmente.
Ispirandosi a questa mostra, la Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi organizza – nell’ambito della rete internazionale “Educating Future Citizen” – una Scuola di Alta Formazione, che prevede la presenza dell’artista.
Conclude il percorso espositivo un video che rappresenta una sorta di archivio di gesti compiuti nel fare pittura. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Sagep Editori con le immagini delle opere esposte e testi di Vittoria Coen, Gianni Dessì e Giuliana Pascucci.
Cenni biografici. Renata Boero nasce a Genova nel 1936. Dopo aver trascorso l’infanzia a Torino ed essersi dedicata agli studi umanistici in Svizzera, rientra nella sua città natale per iscriversi al Liceo Artistico, dove è allieva di Emilio Scanavino. Poco più che ventenne inizia ad esporre i propri lavori, si ricordano a tal proposito le sue partecipazioni alla Quadriennale di Roma nel 1959 e nuovamente nel 1986 e nel 1999. Negli anni Sessanta inizia la sua collaborazione con Caterina Marcenaro come restauratrice e, parallelamente, si dedica con passione alla documentazione sulle sostanze naturali, uno dei temi centrali della sua espressione artistica.
Nel 1974 inaugura la serie degli Specchi, una delle quali esposta per la prima volta nel 1978 all’International Cultureel Centrum di Anversa. A Macerata nel 1977 inaugura la personale “Ex radicibus”, titolo espressivo della sua poetica, presso la Gallera Cicconi. È invitata a cinque Biennali di Venezia tra il 1982 e il 2010. Dal 1986 al 2007 è docente all’Accademia di Belle Arti di Brera; nel 2005 è Visiting Professor presso l’Università di San Diego, California. In seguito, tra il 2010 e il 2011 tiene una serie di conferenze e mostre in Argentina.
Fra le principali esposizioni personali si citano i Musei Civici, Monza, 1988; Casa del Mantegna, Mantova, 1992; Museo Diocesano, Milano, 2014; Museo del Novecento, Milano, 2019. Ha partecipato alla Biennale de la critique, Anversa e Charleroi, 1979-1980; alla XVI Biennale di San Paolo, Brasile, 1981; alle mostre presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma nel 2021 e nel 2023. Renata Boero è pienamente inserita nella scena artistica internazionale, le sue opere sono presenti in permanenza in importanti musei nazionali ed esteri.
Orari visita mostra: giugno, luglio, agosto, settembre: da martedì a domenica, ore 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:00 | ottobre: da martedì a domenica, ore 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30 |novembre: da martedì a domenica, ore 10:00 – 13:00 / 15:00 – 17:30. La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario indicato.
Ingresso La mostra è compresa all’interno del biglietto di visita ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi
Biglietto intero € 9,50, biglietto ridotto € 7,00: studenti universitari e Accademia Belle Arti, gruppi di minimo 15 persone, convenzionati FAI, Touring Club, COOP Alleanza 3.0, Italia Nostra, residenti nel comune di Macerata, biglietto ridotto scuole € 4,00: riservato alle scolaresche degli istituti secondari di primo e secondo grado del comune di Macerata, ingresso gratuito soci ICOM, ragazzi fino a 13 anni, giornalisti muniti di regolare tesserino, guide turistiche Regione Marche munite di regolare tesserino, persone disabili con accompagnatore.
Info tel. 0733 256361 – info@maceratamusei.it – www.maceratamusei.it