La benedizione del vescovo Nazzareno Marconi e l’abbraccio simbolico dei familiari, delle Istituzioni e di tanti amici, si sono stretti al monumento dedicato alla memoria don Giuseppe Branchesi e ai sacerdoti e parroci di Santa Maria in Selva, come don Franco Giustozzi, don Pietro Bianchini, don Igino del Savio e don Nardino Orazi.

La cerimonia si è svolta nei pressi dell’Abbazia della località treiese dove è stata svelata dal Vescovo e dall’attuale parroco don Igino Tartabini l’installazione dedicata in particolare al sacerdote morto nel 2020 a causa del Coronavirus. Una giornata di festa, in cui i ricordi hanno attenuato il dolore dell’assenza, solo fisica, di “don Peppe”, per i tanti che sono potuti essere presenti da tutto il territorio Maceratese e non solo.

La Messa dapprima celebrata da mons. Marconi aveva già anticipato il sentimento comune misto di commozione e gratitudine dei partecipanti. Un missionario “in casa” aperto alle sofferenze del mondo, animato da un attivismo che lo ha visto impegnato nella e per la società, senza confini e colmo di sollecitazioni per il prossimo.

Questo e tanto altro è stato don Branchesi nelle testimonianze del rappresentante del comitato parrocchiale Gabriele Soldini, del sindaco Franco Capponi (che ha ricordato l’amicizia personale e le iniziative coi polentari e per i giovani tramite i gemellaggi) così come del vice presidente regionale Filippo Saltamartini (ripercorsi con lui alcuni momenti concitati del ricovero in pandemia) o della consigliera di parità della provincia di Macerata Deborah Pantana (soffermatosi sul sostegno di don Peppe alle donne in difficoltà).

«È una grande emozione vedervi qui oggi – ha detto Soldini -, segno di quanto don Peppe ha lasciato in noi, la sua determinazione, il suo essere sempre in prima linea nel volontariato; e di quanto questa comunità abbia a cuore il nostro campanile. Tantissime sono le iniziative di cui si è fatto promotore, un percorso che continua con il nostro parroco don Igino».

Ha riportato un aneddoto anche il sindaco di Muccia Mario Baroni che ha ricordato la presenza del sacerdote all’apertura dopo il sisma del 2016 della nuova chiesa di San Biagio. Un gesto “alla don Peppe”, persino “fuori diocesi” (ha scherzato il sindaco con il vescovo Marconi) compiuto insieme ai suoi polentari in favore di un territorio profondamente colpito dal terremoto. Proprio i polentari d’Italia con le delegazioni guidate dal presidente Angelo Brenzan era presenti a Santa Maria in Selva per omaggiare il sacerdote, avendo scelto questa data e questo luogo per la propria assemblea annuale. Non solo, don Peppe ha lasciato il suo segno pastorale nello sport, nei Cursillos di Cristianità o per il lavoro e la salvaguardia del creato, come ribadito dal presidente di Coldiretti Macerata Francesco Fucili.

Ne hanno ribadito, inoltre, il suo attaccamento alla fede, alla vita, ai suoi “fratelli e “sorelle” i nipoti Francesco e Anna, sottolineandone le ultime parole rivolte ai suoi parrocchiani, «Grazie a Dio, grazie a tutti, benedico tutti», prima della dipartita. A scoprirne simbolicamente il lascito grazie al monumento realizzato da maestranze locali, la sorella di don Peppe, Maria Pia, accompagnata da un altro stretto familiare, il già presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari:«Per tutti noi è stato un fratello, per me di sangue, per voi nello spirito – ha detto Maria Pia Branchesi rivolgendosi ai tanti intervenuti -, grazie per essere qui a ognuno di voi che avrà sicuramente un momento passato don lui da portare nel proprio cuore. Questi sacerdoti hanno scritto la storia della nostra parrocchia».