«Il prete è un cuore donato a Dio, che trapassato dal suo amore diventa un canale con cui l’amore di Dio raggiunge il mondo». Queste le parole pronunciate dal vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi nell’omelia per l’ordinazione presbiterale di Carlos Arturo Berrio Lara. La celebrazione si è svolta sabato 10 maggio presso la Cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata. Una data a ridosso dell’anniversario della morte di Padre Matteo Ricci, avvenuta a Pechino l’11 maggio del 1610.
Nato in Colombia a Monteria, classe 1996, primo di tre fratelli, Carlos matura la sua vita nella fede all’interno del Cammino Neocatecumenale, frequentato fin da giovane insieme alla sua famiglia. Entrato nel seminario diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Macerata nel 2015, consegue il Bacellierato presso l’istituto teologico di Fermo e svolge un tempo di missione in Sicilia e in Spagna. Attualmente svolge il suo ministero presso la vivace unità pastorale di Porto Recanati.
«Carissimo Carlos – ha spiegato il vescovo Marconi di fronte a oltre quaranta presbiteri e una cattedrale gremita –, essere Pastori del popolo di Dio ed essere Ministri della misericordia non è possibile senza un percorso di sequela, come agnelli del Pastore grande, ed un percorso di offerta e purificazione, versando insieme con Cristo ogni giorno il proprio sangue. Essere prete è entrare in questa grande esperienza di vita e di salvezza. Infatti, cosa opera il prete se non questo? Ciò che ci distingue e la missione che ci caratterizza è proprio essere Pastori, cioè custodi, guide e nutritori spirituali del nostro popolo. Ed essere Ministri della misericordia, cioè servitori del perdono di Dio che cura i cuori e li sottrae al male ed al peccato».
Intorno a quello che mons. Marconi definisce “il cuore” di ogni vocazione e missione, in cui il sacerdote è “canale” e non “sorgente” della Parola di Dio, c’è poi l’incontro con la quotidianità della società in cui si opera: «A volte la gente potrebbe chiederti altre cose, anche molto diverse da questa tua vocazione fondamentale. Davanti a tali richieste la sapienza e la guida dello Spirito Santo ti sarà preziosa, perché un vero padre dona “cose buone” ai propri figli, non tutto quello che i figli gli chiedono. Un vero pastore, un vero ministro della misericordia sa dire tanti “si” generosi, ma deve avere anche il coraggio di dire dei “no” se sono necessari».
Alla celebrazione hanno presenziato, tra i tanti, oltre ai familiari di Carlos Berrio e ai seminaristi del Redemptoris Mater, anche i rappresentanti dell’équipe itinerante della Sicilia del Sud e i rappresentanti delle comunità Neocatecumenali delle Marche e dell’Abruzzo.
«Abbiamo festeggiato la parola che qualcuno semina e di cui si raccolgono i frutti – ha sottolineato don Davide Tisato, rettore del Seminario maceratese, ringraziando il suo predecessore, presente in Cattedrale, don Mario Malloni –, la quarta domenica di Pasqua, domenica del Buon Pastore e giornata per le vocazioni, quest’anno è coincisa con la data della nascita al Cielo di padre Matteo Ricci: una felice ricorrenza per l’inizio del ministero di don Carlos la cui vocazione è fortemente legata alla missione. Ringraziamo il Signore per il dono della sua chiamata».
