L’economia del mare delle Marche ha un valore di 5,4 miliardi di euro e pesa per il 19% circa sull’interscambio complessivo di import-export del manifatturiero. Un dato che registra, nel quinquennio, una crescita del +27% rispetto al 2018 quando il valore era di 4,3 miliardi di euro. L’andamento emerge dall’analisi del Rapporto 2024 sull’Economia Marittima di SRM e dalle risultanze della specifica ricerca svolta sulle potenzialità di sviluppo dello scalo marchigiano, realizzata in collaborazione con l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e presentata nella sede Adsp nell’incontro “Il porto come polo di sviluppo strategico del territorio: i traffici, le infrastrutture ed i nuovi driver del futuro”.
Secondo l’approfondimento del Centro studi SRM, gli scambi commerciali con l’estero via mare della regione si concentrano per il 26% circa nei rapporti con l’Asia orientale. Seguono i paesi dell’Europa non-Ue e il nord America. La Francia è il primo mercato in termini di valore delle merci esportate dai distretti delle Marche con circa 623 milioni di euro (+11,8% nel 2023 rispetto al 2022) a cui seguono Germania e Stati Uniti.
Nel 2024, il porto di Ancona-Falconara Marittima ha movimentato oltre 9,5 milioni di tonnellate di merci. Il 43% del traffico si concentra sul Ro-Ro movimentando oltre 4 milioni di tonnellate di merci. Quasi 4,1 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi sono stati movimentati dalla raffineria di Falconara Marittima (di cui circa 2,9 milioni di greggio). Il traffico container si è attestato su poco meno di 1,1 milioni di tonnellate di merci.
Cuore dell’analisi SRM sullo scalo dorico è stato il confronto con un campione di 300 imprese manifatturiere di Marche e Abruzzo, che importano ed esportano merci via mare. L’obiettivo dell’approfondimento con gli operatori delle province di Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Chieti è stato di identificare e monitorare le interconnessioni produttive, commerciali, modali e di business che si muovono intorno ai porti per valutarle attraverso la percezione dei protagonisti del cluster marittimo.
Il porto di Ancona risulta snodo strategico sia per le rotte Deep Sea, verso Cina, India, Stati Uniti, sia per quelle Short Sea, verso i Balcani e il Mediterraneo Orientale. Con prospettive di incremento del trade con mercati lontani, come Cina e Stati Uniti.
La funzione logistica è prevalentemente internalizzata: il 62% del campione ha risposto che gestisce l’operatività logistica internamente, con l’utilizzo prevalente di mezzi pesanti. Nel caso invece di esternalizzazione della funzione logistica, risulta centrale la figura dello spedizioniere: il 63% delle aziende affida a costui il mandato di trasporto. Nella maggior parte dei casi (85%) le imprese sono dotate di magazzini e fanno ancora un limitato ricorso a piattaforme digitali nell’operatività logistica (solo il 35% delle aziende intervistate).
Il 50% del campione ha indicato Ancona come scalo utilizzato per l’import via container, il 25% per l’utilizzo nell’export. Le stesse percentuali riguardano l’utilizzo dello scalo dorico per le attività Ro-Ro.
La chiave di lettura per il porto di Ancona è l’essere nodo di due corridoi europei, lo Scandinavo-Mediterraneo e il Baltico-Adriatico. La tratta Ancona-Igoumenitsa è un anello marittimo principale nel corridoio europeo che connette le regioni dell’Europa Occidentale e dell’Europa Centrale con le regioni del Mediterraneo Orientale. In un periodo di due mesi 1.490 mezzi pesanti sono transitati per il porto di Ancona alla volta del porto greco di Igoumenitsa. La tratta soddisfa una domanda che ha origine prevalente in Europa Centro-occidentale. Cinque paesi, Italia, Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, generano insieme oltre il 79% di tutti i tir in transito. L’Italia è il primo paese di origine con il 27% dei tir in transito. La prevalenza dei carichi in sbarco a Igoumenitsa resta in Grecia (1.102 veicoli su 1.490 totali, pari al 74%). La seconda destinazione più collegata è la Turchia a cui segue la Bulgaria.
Il traffico Ro-Ro e le rotte regionali diverranno sempre più importanti per lo sviluppo del porto di Ancona in particolare in un orizzonte in cui il mare Adriatico possa riacquistare una nuova stabilità al termine delle drammatiche vicende internazionali degli ultimi anni.
Fondamentale, nell’ottica della crescita e della competizione portuale, saranno gli investimenti green nello scalo in cui l’Autorità di sistema portuale è già impegnata, in particolare nell’elettrificazione delle banchine. Altro fattore di competizione sarà la spinta agli investimenti in digitalizzazione, anche questo un percorso già intrapreso dall’Adsp.
A questi elementi, si aggiunge l’opportunità di un maggiore dialogo porto-logistica-industria per identificare opportunità di sviluppo condivise da economia del territorio e cluster marittimo.
