“Ignobile nel metodo con cui è stata costruita e irricevibile nel merito dei suoi specifici contenuti. La nuova programmazione della rete scolastica regionale e dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2025-2026, a suo modo, rappresenta perfettamente lo stile con cui il presidente Acquaroli ha governato le Marche negli ultimi quattro anni: mortificazione della partecipazione democratica, prevaricazione delle esigenze espresse dai Comuni, scelte a senso unico a favore delle Amministrazioni “amiche”, ma soprattutto tradimento di tutte le promesse riguardanti il rilancio delle comunità dell’entroterra e, in particolare, di quelle incluse nel cratere sismico”.
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Romano Carancini, che sulla questione ha depositato un’interrogazione al presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli. La delibera inerente la programmazione per l’anno scolastico 2025-2026, infatti, va a colpire pesantemente l’istituto comprensivo di Colmurano, che verrà accorpato all’omnicomprensivo Gentili-Tortoreto di San Ginesio, e l’istituto comprensivo De Magistris di Caldarola, che sarà unificato con l’omnicomprensivo Leopardi-Frau di Sarnano.
“Ha dell’incredibile – spiega Carancini – la sfacciataggine con cui Acquaroli e la sua giunta sono arrivati a partorire un documento così importante per centinaia di famiglia, studenti, insegnanti e operatori scolastici senza neanche consultarsi con i sindaci dei Comuni interessati. E che dire, poi, del vero e proprio blitz andato in scena negli ultimi giorni dell’anno, dove ai consiglieri regionali della minoranza è stato impedito di prendere conoscenza del testo della delibera con congruo anticipo e di formulare eventuali controproposte. L’atto, infatti, è approdato il 30 dicembre in I commissione, convocata d’urgenza, per acquisire il necessario parere. Con stupore di quasi tutti il testo conteneva alcuni accorpamenti non deliberati nei Piani provinciali né discussi al “Tavolo Interistituzionale regionale per l’Istruzione”. La I commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza, senza dare alcuna possibilità di approfondimento ai membri dell’opposizione. Ma poiché al peggio non c’è mai limite, un’ora dopo la giunta regionale deliberava una programmazione differente rispetto a quella approvata poco prima dalla commissione, inserendo all’ultimo minuto l’accorpamento degli istituti comprensivi Montessori e Montalcini di Chiaravalle, in sostituzione di quello iniziale tra gli istituti comprensivi di Piandimeleto e Macerata Feltria-Raffaello Sanzio. Diciamolo chiaramente: un vero e proprio colpo di mano che antepone la discrezionalità politica dell’amichettismo e mortifica l’istituzione Consiglio, calpestando la fondamentale funzione della commissione referente che, come da Statuto e da Regolamento, svolge il democratico esercizio di indirizzo e di controllo sull’Amministrazione regionale”.
“Ma se, come detto, il metodo è stato ignobile – continua Carancini – peggio ancora sono i risultati raggiunti, specialmente per quanto concerne il territorio di Macerata. A differenza di quanto deliberato dall’Amministrazione provinciale il 29 novembre scorso, la giunta regionale, senza alcun confronto, ha stabilito sia l’accorpamento dell’istituto comprensivo di Colmurano – che comprende anche Loro Piceno e Urbisaglia – all’istituto omnicomprensivo Gentili-Tortoreto di San Ginesio, sia l’accorpamento dell’istituto comprensivo De Magistris di Caldarola – con distaccamenti nei Comuni di Belforte del Chienti, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona – all’istituto omnicomprensivo Frau-Leopardi di Sarnano. Si tratta di scelte gravemente penalizzanti i Comuni di Colmurano, Loro Piceno, Urbisaglia e Caldarola che, nonostante i ritardi di comunicazione da parte della giunta regionale, hanno immediatamente manifestato per iscritto la loro netta contrarietà. Contrarietà che poggia su solide basi considerando le varie criticità riguardanti l’ampiezza geografica dei territori coinvolti, i bacini di utenza, la frammentazione dei plessi, la gestione dei numerosi progetti europei già deliberati e avviati, la difficile organizzazione logistica di studenti e famiglie rispetto agli spostamenti. Tutte problematiche destinate ad aggravare l’impoverimento di un territorio già svantaggiato a seguito dei danni causati dal sisma e dallo spopolamento”.
“Spero che l’interrogazione da me presentata – conclude Carancini – consenta anzitutto di far luce sui criteri adottati dalla giunta regionale per decidere gli accorpamenti e, nel caso delle decisioni assunte per le scuole della provincia di Macerata, se ci fosse stata la possibilità di individuare degli assetti scolastici alternativi, considerando tra l’altro il coinvolgimento di istituti già normodimensionati. A ogni modo, credo che il presidente Acquaroli farebbe bene ad ascoltare le tante voci che si innalzano dai territori, le quali chiedono di riaprire i termini del dimensionamento praticando un necessario confronto con le istituzioni pubbliche e scolastiche interessate attraverso un provvedimento in autotutela dalla propria delibera blitz di fine anno”.
