L’assemblea dell’Ata ha condiviso ieri, all’unanimità dei presenti, la necessità di corrispondere al Cosmari i maggiori costi relativi all’effettuazione del servizio rifiuti, anche in conseguenza della dinamica inflattiva. 
Questo si rifletterà in un aumento previsto della Tari per i prossimi due anni la cui entità, da analisi svolte dall’Assemblea Territoriale d’Ambito, sulla base del metodo tariffario in vigore, sarà pari a circa il 9%. 
“I suddetti aumenti dei costi non si rifletteranno sul tariffe del 2023 e saranno spalmati nel 2024 e nel 2025 – spiega il Presidente dell’Ata, Sandro Parcaroli -, ma ci stiamo adoperando per cercare le modalità gestionali più opportune per contenere i rincari previsti”.