Tre cittadini di nazionalità pakistana sono stati posti agli arresti domiciliari per intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento nei confronti di numerosi cittadini extracomunitari. Il provvedimento è stato preso dal Gip del Tribunale di Ancona a seguito dell’attività investigativa dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pesaro- Urbino, in collaborazione con i colleghi dei NIL e dei Comandi Provinciali dei carabinieri di Ancona e Macerata. Le indagini hanno consentito di rilevare la presenza di un sodalizio composto da soggetti pakistani finalizzato a monopolizzare il mercato del lavoro, nel settore agricolo, nelle province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino, mediante lo sfruttamento di manodopera (la maggior parte richiedente asilo) reclutata a basso costo, anche presso i centri di accoglienza, da fornire ad aziende agricole del territorio. La sede operativa è stata individuata a Cupramontana e a Cingoli c’erano gli alloggi di fortuna ove veniva ospitata, in condizioni di degrado, la manodopera sfruttata il cui compenso orario andava da 5 a 6,50 euro l’ora, a fronte di un impiego giornaliero anche di 10-12 ore, in assenza del rispetto delle norme di riferimento in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Oltre a svolgere un orario di lavoro superiore a quello denunciato e registrato sui prospetti paga, gli extracomunitari erano poi costretti a restituire parte della retribuzione corrisposta in base agli accordi presi al momento dell’ingaggio, anche attraverso la minaccia di perdere il lavoro in caso di mancato adempimento alle richieste degli indagati. Sottoposti a sequestro preventivo gli autoveicoli che il sodalizio utilizzava per il trasporto dei lavoratori sfruttati dagli alloggi di fortuna ai campi agricoli in cui venivano impiegati in regime di sfruttamento.