“Siamo volutamente rimasti in silenzio in queste settimane perché la nostra priorità è sempre stata, e continuerà ad essere, lavorare per garantire agli studenti spazi adeguati e sicuri in cui studiare, ma di fronte ai numerosi attacchi di inerzia e di non voler intenzionalmente trovare una soluzione per i licei di Recanati, ci sentiamo in dovere di precisare alcune questioni”. Il Presidente della Provincia, Sandro Parcaroli e la Consigliera delegata all’Edilizia scolastica Laura Sestili, intervengono sulla situazione di Palazzo Venieri.

COMPETENZE SULLA GESTIONE DI PALAZZO VENIERI

La legge pone in capo alla Provincia la competenza ad occuparsi della fornitura delle sedi delle scuole superiori. A Recanati, però, il palazzo è ancora di proprietà del Comune e la Provincia (in attesa della formalizzazione del passaggio di competenze sullo stabile che dovrebbe essere acquisito in diritto d’uso), rimborsa da anni al Comune le spese delle utenze.
Il procedimento per formalizzare il passaggio di competenze fu avviato quasi 20 anni fa con la firma di due accordi di programma, entrambi poi non attuati sia per le criticità in termini di sicurezza riscontrate sulla sede storica (che, in quanto fortemente tutelata dalla Sovrintendenza, oltre che per i “limiti” strutturali dovuti alla sua ubicazione in centro storico, non sarebbe potuta essere assoggettata agli interventi invece ritenuti necessari per la relativa idoneità) e sia perché, essendo stata concertata negli accordi anche la realizzazione di una nuova sede a spese di entrambi gli enti, gli stessi non riuscirono a mettere insieme le ingenti risorse a carico dei propri bilanci.

ISCRIZIONI

Per quanto riguarda il superamento del numero massimo di iscritti previsto nel Certificato prevenzione incendi (Cpi), va ribadito che i “soggetti” a cui sono rivolte le domande di iscrizione e che, quindi, hanno la competenza ad accettarle o meno determinando il numero finale degli alunni, sono le istituzioni scolastiche. Per il corrente anno 2023/24, la Circolare emanata dal Ministero e ricevuta anche dalla dirigente Marcantonelli il 30/11/2022, ribadisce che “È compito del dirigente scolastico individuare il numero massimo di iscrizioni accoglibili, in ragione delle risorse di organico, nonché del numero e della capienza delle aule e degli spazi. Pertanto, prima dell’acquisizione delle iscrizioni, nell’ipotesi di richieste in eccedenza, la scuola definisce criteri di precedenza nell’ammissione, mediante delibera del Consiglio di istituto da rendere pubblica con affissione all’albo”.
A fine gennaio, termine ultimo per le iscrizioni, la dirigente scolastica ha informato verbalmente la Provincia sulla necessità di reperire nuovi spazi per garantire idonea sistemazione a tutti gli studenti, per questo l’Ente ha iniziato una serie di interlocuzioni, sia il vicino Ipsia Bonifazi che con la proprietà dell’ex Agenzia delle Entrate, per valutare eventuali strade da poter intraprendere.
Alcuni mesi dopo, però, la dirigente ha riferito alla Provincia che avrebbe autonomamente reperito gli spazi all’interno di Palazzo Venieri perché non voleva “smembrare” la scuola tra più sedi, salvo poi l’8 settembre scorso inviare una Pec in cui chiedeva, vista “la mancata autorizzazione da parte del Comando dei Vigili del Fuoco di Macerata alla deroga inerente l’indice di sovraffollamento della sede di Palazzo Venieri”, il trasferimento in altra sede “di 8 classi del biennio dell’indirizzo di Scienze umane e Scienze Umane con Opzione Economico Sociale, per un totale di 189 studenti”. 
Solo l’8 settembre, quindi, a seguito di ulteriori controlli la Provincia ha scoperto che il Cpi quinquennale, rilasciato al Comune proprietario dell’immobile nel 2019 (e quindi scaduto a marzo 2023), prevedeva che il numero massimo di studenti ospitabili a Palazzo Venieri fosse di 570, mentre gli iscritti ufficiali, aumentati anche nel corso del corrente anno, sono 693 (dati Usr)
Quindi ci chiediamo, perché dovendo per legge essere a conoscenza di tale limite, la scuola ha continuato ad accettare una quantità di iscrizioni sempre maggiori (626 del 2020/2021, 641 nel 2021/2022, 665 nel 2022/2023) fino ad arrivare alle attuali 693? Ci chiediamo anche perché il Comune non abbia informato la Provincia della scadenza del Cpi. Appare strano, infine, il fatto che le classi che poi si è dovuto allocare momentaneamente alla scuola Patrizi siano 5 e non 8 come richiesto dalla dirigente.

STABILE EX AGENZIA DELLE ENTRATE

La Provincia non ha mai raggiunto nessun accordo con la proprietà dell’ex Agenzia delle Entrate ai fini della relativa assunzione in locazione.
La Provincia, inoltre, non ha mai commissionato alcun lavoro alla proprietà dell’Agenzia delle Entrate, rispetto alla quale il proprio personale tecnico ha semplicemente espletato la necessaria istruttoria per verificarne l’eventuale idoneità a diventare ambiente scolastico, quantificare le spese per l’adattamento all’uso e valutare la congruità del canone richiesto dalla proprietà, così da poterla confrontare con altre eventuali ipotesi allocative nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, concorrenzialità, trasparenza pubblicità ed economicità stabiliti dalla normativa.
Stupisce, però, il fatto che il Comune abbia presentato alla Provincia come “unica soluzione” possibile l’immobile dell’ex Agenzia delle Entrate, quando, invece, lo stesso era a conoscenza anche di un altro stabile dove già era stata ospitata la scuola media.
Ci si chiede, quindi, come mai il Comune abbia perorato la prima soluzione tacendo fino alla fine di settembre, invece, l’esistenza di un’alternativa?
Ora la Provincia ha già in mano le opportune soluzioni e sta valutando gli aspetti di dettaglio.