Maxi operazione della Guardia di Finanza di Macerata. Controlli a ben 33 imprese operanti nel «distretto industriale del tessile e dell’abbigliamento» maceratese e non solo, con approfondimenti di natura antiriciclaggio. Le società indagate erano accomunate da un breve ciclo di vita aziendale che non superava i tre anni, salvo poi proseguirlo con altri soggetti giuridici o con soggetti compiacenti; un reticolo di imprese cosiddette «apri e chiudi». Circa 20.000.000 euro le basi imponibili evase. Diciannove gli imprenditori segnalati all’Autorità Giudiziaria per svariati illeciti penali. Il sistema di frode consisteva, in sostanza, nell’aprire attività commerciali con cui effettuare lavorazioni tessili conto terzi, con emissione delle relative fatture di vendita, ma omettendo, quasi sistematicamente, la presentazione delle corrispondenti dichiarazioni fiscali. Inoltre, diverse aziende, avvalendosi di alcune società cosiddette “cartiere”, registravano in contabilità fatture di acquisti relativi ad operazioni inesistenti, in modo da abbattere la propria base imponibile e versare meno imposte all’Erario. Dopo una breve vita aziendale, i responsabili si rendevano irreperibili. È stato anche accertato che una società, non più operativa, è risultata beneficiaria di 42.000, quale contributo a fondo perduto previsto dal cosiddetto “Decreto Sostegni”.