Testimonianze eloquenti, ieri, in tribunale a Macerata, dove è in atto il processo in corte d’assise per l’omicidio di Rosina Carsetti. La 78enne è stata uccisa nel 2020, alla vigilia di Natale, nella sua abitazione di Montecassiano. Imputati il marito Enrico Orazi, la figlia Arianna e il nipote Enea Simonetti. Hanno colpito i racconti dei vicini di casa e dell’operatrice del centro antiviolenza a cui Rosina si era rivolta poco prima dell’uccisione. E’ stato descritto l’isolamento a cui la donna era sottoposta dal resto dei familiari. Condizione che si era creata da circa sei mesi, cioè da quanto la figlia e il nipote erano andati a vivere con i genitori. La donna si sentiva esclusa, le venivano dati 10 euro al giorno e le impedivano di ricevere telefonate, di usare l’auto. Più volte avrebbe riferito che temeva di essere uccisa proprio nell’ambiente familiare.