Tiene banco a livello locale, la polemica scatenata dall’aumento degli stipendi degli amministratori previsto dalla legge 234 del 2021. Non mancano le critiche da più parti. L’adeguamento dell’indennità di funzione di sindaco e amministratori comunali prevede una copertura a carico dello Stato e non grava sui fondi dei Comuni, ma ciò non diminuisce la protesta soprattutto per il periodo critico che si sta vivendo dove le famiglie sono sempre più impoverite per i vari rincari. Gli aumenti previsti vanno dal 45% nel 2022 per poi salire al 68% nel 2023 e ancora di più nel 2024, tant’è che il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, nel 2024 arriverà a prendere oltre 9 mila euro lordi mensili, più del doppio di quanto percepito nel 2021. I sindaci di piccoli centri come Montecassiano si difendono, Leonardo Catena ricorda che ogni mese gli resteranno 1.400 euro, meno di quanto prendono altri dipendenti comunali e con un bel carico di lavoro. A Caldarola, il sindaco Luca Maria Giuseppetti, insieme al vice sindaco Di Tomassi e all’assessore Minnucci, hanno già deciso di rinunciare agli aumenti utilizzando la somma di circa 15 mila euro per il sociale.