Nei giorni scorsi i militari della stazione dei carabinieri forestale di Abbadia di Fiastra, allertati da alcuni cittadini, hanno eseguito un controllo su alcune operazioni di spandimento e interramento di un prodotto impiegato come fertilizzante in un terreno agricolo a Macerata, in contrada Fonte San Giuliano.
Dal controllo è emerso che il prodotto era costituito da materiale denominato “gesso di defecazione da fanghi” proveniente da un’azienda del nord Italia. Tale fertilizzante è definito come “correttivo” ai sensi del D.Lgs. 75/2010 e proviene dal recupero di rifiuti costituiti da fanghi da depurazione e lavaggio, classificati non pericolosi, dopo l’effettuazione di opportuni trattamenti fisico-chimici di inertizzazione tali da rendere il materiale idoneo all’impiego in agricoltura.
Un elemento che ha destato fin da subito sospetti negli investigatori è stato quello che il prodotto era stato fornito gratuitamente dalla ditta produttrice all’azienda agricola proprietaria del terreno e per di più con oneri di trasporto a carico della stessa ditta produttrice.
I carabinieri forestali, nell’ambito dell’approfondimento del controllo, hanno richiesto un campionamento all’ARPAM di Macerata, al fine di verificare la regolarità da un punto di vista biologico e di composizione chimica del prodotto presentato quale fertilizzante.
Dalle analisi di laboratorio è emerso che il lotto oggetto del controllo presentava una “non conformità” rispetto ai criteri stabiliti dalla normativa di riferimento, vale a dire il Decreto Legislativo 75/2010, Allegato 3, punto 2.1.23. Nello specifico la difformità ha riguardato la presenza di salmonella e basso contenuto di “elementi fertilizzanti/utili”, ossia di ossido di calcio (CaO) e di anidride solforica (SO3).
Per tale situazione, non essendo state rispettate le condizioni previste dalle norme (D.Lgs. 75/2010), i fanghi non potevano essere impiegati come fertilizzante in quanto non avevano cessato la qualifica di “rifiuto”.
