Una produzione su Dante Alighieri, per il 700° anno, viene presentata alla Rocca di Urbisaglia, nel contesto delle manifestazioni DANTE URBISAGLIA 2021; si intitola PARADISO XVI: polvere e vento; ideazione e regia di Francesco Facciolli con la partecipazione, in veste di interpreti, di Michela Paoloni e Luca Sargenti. Sarà rappresentata oggi, il 4 luglio e replicata il 5 ed il 6, alle 21h30 (info e prenotazioni allo 0733/506566 o 3357681738; costo biglietto 10 €).
“Lo spettacolo alla Rocca – commenta l’assessore Cristina Arrà – è una novità assoluta. Fra le tante manifestazioni di quest’anno, che per fortuna segnano un vero e proprio risveglio dal torpore patito, la pièce che andrà in scena alla rocca assume un fascino particolare. Anche il testo è un ‘invenzione, una suggestione quasi, un perdersi fra le parole che fa sembrare possibile l’impossibile e reale l’immaginario; ma nulla può di fronte all’incontrovertibile., Veramente un bell’esercizio fra narrazione e danza, che stupirà gli spettatori”.
L’idea e la messa in scena è di Francesco Facciolli che si avvarrà, per questo racconto dantesco, dell’attore Luca Sargenti e della danzatrice Michela Paoloni, nonché delle voci fuori campo di Sara Angeletti e dell’attore siriano Orwa Koultum:” È un’emozione notevole questo testo, tutto Dante è un’emozione continua. Ogni sua parola pesa, ogni sua considerazione fa riflettere. Non si può leggere Dante – continua Francesco Facciolli, regista dell’opera – senza esserne profondamente scossi. La rappresentazione di questa sera ha tante letture possibili, ma una è preponderante: la poesia è una questione di vita o di morte; non una sfida agli dei, che sarebbe persa in partenza, ma comunque un osare rischioso, un avventurarsi in un gran mare con la navicella dell’ingegno, della fantasia, di quello che si è scoperto di sé stessi. Gli specifici versi, poi, dal 73 all’81, era molto difficile non schiacciarli sotto il peso del dolore, della disfatta, della rovina, perché di questo sembrano parlare; ma il cadere delle città serve a ricordare che la nostalgia del pellegrino non deve indirizzarsi verso ciò che c’era e non c’è più, come è fatale che accada nel mondo sublunare, ma verso la città che verrà, la Gerusalemme celeste, che scende dal cielo come una sposa, coronata di gemme, scortata dagli angeli”.
Note di regia:
Paradiso XVI sub specie aeternitatis: le parole di Cacciaguida parlano di dissoluzione, del disfarsi di ogni cosa sotto il Cielo, ma sono pronunciate dove tutto è luce, sono dettate dall’eternità. E c’è un’unica eternità, vera dal Cielo alla Terra, che ogni uomo sente, così forte, così poderosa, da muovere il sole e le stelle. Per Dante, la prima volta, il viso di Beatrice.