Nei giorni appena scorsi un cittadino cinese, regolarmente residente in Italia, ha segnalato alla Stazione Carabinieri Forestale di Sarnano, la presenza di un cane intrappolato in una corda di acciaio in terriorio di Sant’Angelo in Pontano.
Una pattuglia di Carabinieri Forestali è intervenuta immediatamente sul posto constatando l’effettiva presenza di un animale ancora in vita rimasto intrappolato in una corda d’acciaio utilizzata solitamente dai bracconieri come laccio per la cattura di fauna selvatica, cinghiali in particolare. Il laccio, che costituisce mezzo di caccia illecito, era stato sistemato in prossimità di un sentiero interno ad una fascia boscata non lontano da una strada comunale.
I Forestali hanno subito notato che si trattava di un lupo, specie che la legge classifica come “particolarmente protetta”. L’animale, impossibilitato a muoversi a causa della stretta del laccio, era comunque in buone condizioni di salute. Per procedere all’intervento di liberazione è stato richiesto l’intervento del personale del Centro Recupero Animali Selvatici di Fermo. Un medico veterinario ha anestetizzato l’animale per procedere in sicurezza alla sua liberazione dal laccio. Il lupo è stato trasferirlo nel “Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone” di Sasso Marconi in provincia di Bologna. La procedura seguita è in conformità alle direttive della Regione Marche che prevedono, oltre le cure, lo svolgimento di successivi accertamenti del DNA e rilievi biometrici per scopi scientifici.
Una volta verificato lo stato di salute del lupo e somministrate le eventuali terapie medico-veterinarie, l’animale verrà nuovamente posto in libertà nel suo ambiente naturale.
Intanto sono partite le indagini dei militari della Stazione Carabinieri Forestale di Sarnano per la ricerca di elementi utili per identificare il responsabile dell’illecito, che costituisce reato punito ai sensi della legge 157/1992, articolo 30, comma 1 lettera b (pena dell’arresto da due a otto mesi o dell’ammenda da euro 774,00 a euro 2.065,00) e lettera h (pena dell’ammenda fino a euro 1.549,00), dell’articolo 544-ter del codice penale (pena della reclusione da tre a diciotto mesi o della multa da 5.000 a 30.000 euro) e articolo 727-bis sempre del codice penale (pena dell’arresto da uno a sei mesi o dell’ammenda fino a 4.000 euro).
Da evidenziare con un plauso il senso civico e la prontezza del cittadino che con la sua tempestiva chiamata ha permesso di salvare la vita al lupo, la cui fondamentale presenza quale predatore contribuisce a garantire gli equilibri dell’ecosistema.