“Il Volto di una Città. Tolentino tra ‘700 e ‘800. Un patrimonio ritrovato per un percorso di rinascita” è il titolo di una mostra allestita nelle nuove sale di via Parisani che sarà inaugurata oggi alle ore 17.30. L’esposizione è promossa dagli Assessorati alla Cultura e al Turismo del Comune di Tolentino in collaborazione con la Regione Marche e i Musei Civici di Tolentino.  Ideazione e consulenza scientifica della mostra Giorgio Semmoloni, progetto di allestimento Giampiero Calcaterra. A seguito del sisma del 2016 che ha purtroppo danneggiato in maniera molto seria diversi palazzi comunali e edifici storici sedi di importanti musei tra cui ad esempio le Sale napoleoniche e Palazzo Parisani-Bezzi ma anche il Museo dell’Opera, l’Amministrazione comunale ha voluto creare un nuovo spazio espositivo che consentisse a visitatori e turisti di poter ammirare arredi e opere d’arte che altrimenti sarebbero chiusi all’interno di depositi. Quindi, dopo la mostra allestita alla Sala Mari del MIUMOR – Museo dell’Umorismo con le opere d’arte della Sala Storica chiusa al pubblico sempre a causa del terremoto, apre questa nuova esposizione che presenta una significativa parte del patrimonio ritrovato, dopo le chiusure post sisma e post covid-19, che traccia un percorso di rinascita. I curatori e l’Amministrazione comunale, di concerto con l’Ufficio Cultura, hanno scelto di raccontare le vicende storiche, sociali ed artistiche della Città di Tolentino, attraverso due secoli molto importanti: il Settecento e l’Ottocento. Da Napoleone e la Pace di Tolentino alla Battaglia della Rancia del 1815, dal meccanismo dell’orologio della torre civica, al Lucatelli fino al Vaccaj
La mostra – ricorda l’ideatore Giorgio Semmoloni – è incentrata su due principi essenziali uno l’”amarcord” e l’altro è quello delle “novelties”, ossia delle novità ed è congegnata, se pur in modo rigidamente scientifico, in una forma vezzosa e seducente con una palese rinuncia alla consueta severità accademica. Ognuno di noi ha visitato più volte le Sale napoleoniche in tempi più o meno recenti e ognuno di noi ne è uscito con immagini, emozioni e sensazioni del tutto personali. Tant’è vero che tutti si ricordano del letto rosso a baldacchino dove ha dormito il generale francese ma non ricordano altri oggetti che circondano il letto e che sono segni di tempi lontani e di costumi diversi. Ricordi che non sono uguali per tutti e per questo abbiamo riunito questi “amarcord” mettendo insieme diversi oggetti, considerati veri e propri documenti, non con l’intento paradossale di ricostruire le Sale napoleoniche decontestualizzate ma mettendo insieme gli oggetti che più hanno colpito la nostra immaginazione e la nostra emotività con il fine di ricostruire il volto di una Città tra ‘700 e ‘800. Così anche i documenti che sono stati selezionati per l’esposizione. E poi c’è lo spazio per la novità, la “noveltys” come la macchina dell’orologio della torre civica di piazza della Libertà, vero simbolo cittadino, che è uno strumento molto importante perché il costruttore è riuscito a coniugare intelligentemente l’ora italica, che tutti conoscevano e utilizzavano, con l’ora astronomica. Fu una importantissima novità di misurazione del tempo al pari di altre misure come ad esempio il metro adottato in quel periodo in gran parte dell’Europa