Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte sulla cosiddetta FASE 2 dell’emergenza Coronavirus in Italia. “Nella fase 2 sarà ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza. Se vuoi bene all’Italia evita che il rischio del contagio si diffonda. Mai avvicinarsi, rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro. Ciò vale anche nelle relazioni familiari. Se ami l’italia mantieni le distanze” ha dichiarato il premier. “Stiamo tutti affrontando una prova molto dura. Nei prossimi mesi dobbiamo gettare le basi per la ripartenza del paese. Serve una stagione intensa di riforme. Deve essere questa l’occasione per cambiare tutte le cose che in questo paese non vanno. Il Governo non si tira indietro, continueremo a batterci in Europa e in Italia”.
Quindi, la presentazione del nuovo DPCM in vigore dal 4 al 18 maggio 2020. Nel dpcm della fase 2 si dà il via libera a chi vuole rientrare nel proprio domicilio. Sono consentiti gli spostamenti limitati per far visita a congiunti nel rispetto delle distanze, utilizzo delle mascherine ed evitando assembramenti. Le cerimonie funebri sono consentite dal 4 maggio con una partecipazione di congiunti fino a 15 persone, possibilmente all’aperto e con mascherine. A bar e ristoranti è permessa l’attività di ristorazione con asporto. Per quanto concerne le attività produttive, riapre la manifattura, il settore delle costruzioni e il mercato all’ingrosso. “Sono allo studio interventi” sulle imprese. “L’Italia non riparte se non ripartono le imprese. Per chi ha avuto già il bonus da 600 euro stiamo sperimentando la possibilità di un rinnovo automatico. Nel prossimo decreto ci saranno più aiuti alle imprese, l’obiettivo non è avere più sussidiati ma più occupati”.
Ulteriori date:
– 18 maggio 2020: riapertura del commercio al dettaglio; riapertura musei, mostre, biblioteche e allenamenti a squadre in campo sportivo
– 1 giugno 2020: riapertura di bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, barbieri e centri massaggio
Sul nuovo DPCM si è pronunciata la CEI, con particolare riferimento all’esercizio della libertà di culto. “Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra loro responsabilità – dare indicazione precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia. I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compreomesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”, si legge in una nota pubblicata in serata.
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