Divertente, dissacrante e molto calato nella realtà attuale, dalla quale attinge spunti esilaranti, ma anche poco edificanti. L’Anfitrione di Sergio Pierattini, con la regia di Filippo Dini, andato in scena ieri sera all’Anfiteatro Romano di Urbisaglia in anteprima nazionale nell’ambito dei TAU, ha colpito nel segno. Il numeroso pubblico accorso nello straordinario sito archeologico, ne ha apprezzato la riscrittura tributando un lungo applauso finale agli interpreti. A cominciare da Antonio Catania che si è calato nei panni di Anfitrione, trasformato qui in un politico sfrontato, un disoccupato dal lessico sgrammaticato che diventa Presidente del Consiglio grazie allo zampino di Giove (Gigio Alberti) che è innamorato della moglie Alcmena (Barbara Bobulova). Intorno a loro gravitano il dio Mercurio interpretato da Valerio Santoro, l’autista di Anfitrione, Sosia Esposito, interpretato dall’istrionico Giovanni Esposito e sua moglie, Valeria Angelozzi.
Gli dei si sa, possono tutto, e in questo caso Giove si sostituisce ad Anfitrione offrendo però ad Alcmena un’immagine ben più edificante del marito. Fino a metterla incinta di due bimbi, uno di Anfitrione e l’altro di Giove, il futuro Ercole. Dietro il tradimento generato con l’inganno c’è l’ineluttabilità della forza degli dei che tutto possono.
