La Camera dei Deputati stamattina ha convertito in legge il DL55-2018 Terremoto con 398 voti favorevoli, 98 astenuti e nessun contrario.
“È doveroso ringraziare chi ha permesso di passare dalle parole ai fatti – ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini in apertura della conferenza stampa dei deputati leghisti delle quattro regioni colpite – Sono particolarmente felice per Nonna Peppina, che spero di incontrare presto, e per tutte quelle persone che, come lei, hanno tenuto duro con coraggio. Oggi è stata una giornata ben spesa perché gli ultimi tra gli ultimi hanno ottenuto giustizia”.
Una “giustizia” che si è concretizzata in gran parte grazie al lavoro della Lega, da subito presente sui territori e attiva fin dall’avvio di legislatura e rappresentata in conferenza dal responsabile per le Marche senatore Paolo Arrigoni, dal relatore del provvedimento alla Camera, il maceratese Tullio Patassini e dai colleghi Virginio Caparvi (Umbria), Giuseppe Bellachioma (Abruzzo) e Francesco Zicchieri (Lazio).
“Avevamo poco tempo e poche risorse, ma abbiamo voluto introdurre già in questa fase ogni possibile miglioria nel convertire il decreto Gentiloni che conteneva solo una manciata di norme fiscali – ha esordito il senatore Arrigoni – Ci siamo attivati in commissione speciale al Senato e, successivamente, abbiamo anche trovato 300 milioni per la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018”. Sanatoria per le casette costruite in emergenza da 1300 famiglie che, come nonna Peppina, hanno scelto di continuare a vivere nella propria terra; sbloccati i lavori di ristrutturazione di 3.000 chiese danneggiate attraverso il passaggio da regime dei lavori pubblici a quello privato; 60 giorni di proroga alle imprese aquilane così da consentire al Governo di avviare una negoziazione europea.
Prime risposte concrete dunque, attese da tutto il Centro Italia, in particolare dalle Marche (che vantano il non invidiabile record dell’estensione più vasta del territorio danneggiato) e dall’Abruzzo, le cui imprese aquilane sono sottoposte a procedura europea di infrazione. Quest’ultima vicenda è uno dei motivi che hanno portato alla necessaria accelerazione dei lavori nonostante il fortissimo l’ostruzionismo a colpi di emendamenti come ricorda il relatore Patassini. “Dovevamo dare risposte certe in tempi certi. Lo abbiamo fatto intanto attraverso tregua fiscale e superamento della difformità edilizia privata perché intendiamo la ricostruzione in primis come ritorno alla vita delle nostre straordinarie comunità”.
