di Luigi Taliani

Oggi il Corriere della Sera pubblica una riflessione del famoso e lucido sociologo polacco Zygmunt Bauman sul fenomeno delle migrazioni. Telegiornali, quotidiani, discorsi politici, tweet-avvezzi a offrire temi e sbocchi alle ansie e alle paure pubbliche-non parlano d’altro oggi che della “crisi migratoria” che travolgerebbe l’ Europa, preannunciando il collasso e la fine dello stile di vita che conosciamo, conduciamo e amiamo. La sola via d’uscita dai disagi e dalle disgrazie di domani passa per il rifiuto delle insidiose tentazioni di separazione; anziché voltarsi dall’altra parte davanti alla realtà delle sfide di oggi-che si condensano nel concetto “un solo pianeta, una sola umanità”-, anziché lavarsi le mani e alzare barriere contro le irritanti differenze e dissomiglianze e le estraniazioni auto imposte, dobbiamo andare in cerca di occasioni di incontro ravvicinato e di contatto sempre più approfondito, sperando di arrivare in tal modo a una fusione di orizzonti anziché a una loro fissione indotta e artefatta ma sempre più esasperata.

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