“Non spegniamo il cervello e la coscienza”. E’ l’invito che lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi ha fatto ieri, nel corso del suo intervento a Macerata, alla Biblioteca Mozzi_Borgetti, chiamato da Deborah Pantana e Paolo Diopp per dire la sua sul caso di Pamela Mastropietro. E’ stato un intervento fiume che ha fatto seguito alla messa sempre da lui celebrata in qualità di vescovo della chiesa ortodossa italiana autocefala. All’ampia platea che era lì per ascoltarlo, Meluzzi ha chiesto di interrogarsi, sempre, di mettere l’anima in tutto quello che si fa e non lasciarsi convincere da chi tiene fili e regia di quello che ci accade intorno. Sul caso di Pamela, la 18enne uccisa a Macerata lo scorso 30 gennaio della cui morte sono accusati tre nigeriani ora in carcere, alla domanda come mai tutto questo è successo a Macerata, Meluzzi ha minimizzato sostenendo che “è stato un caso, poteva succedere dovunque, mentre è necessario scontrarsi con i poteri forti, arrestare qualche capo della mafia nigeriana che ora è diventata la nuova mafia in Italia.”