Grande attesa per l’apertura, stasera, della 52° edizione del Macerata Opera Festival allo Sferisterio. Prima opera in scena, Otello, dramma lirico tratto dalla celeberrima tragedia shakespeariana, basato sul libretto di Arrigo Boito e penultima opera di Giuseppe Verdi.
Paco Azorin conosce bene il teatro shakespeariano e il suo Otello – coproduzione Macerata Opera e Festival Castell de Peralada che ha già conquistato il Premio Campoamor della critica spagnola come migliore produzione 2015 – segna il debutto del regista nel repertorio verdiano. Tre pannelli mobili (45 metri di lunghezza e 9 di altezza) posti al centro della scena scandiscono il declino psicologico di Otello e vengono azionati dal volere di Jago. Impera il Leone di Venezia, simbolo del potere che Otello ha contribuito a rafforzare.
Il tema della discriminazione e la forza universale della musica di Verdi s’intrecciano nello spettacolo di Azorin. In buca l’Orchestra Regionale delle Marche è diretta da una delle bacchette italiane più presenti nelle stagioni d’opera dei tre continenti, Riccardo Frizza, mentre Carlo Morganti guida il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”. In palcoscenico un verdiano rodatissimo come Stuart Neill è Otello mentre Roberto Frontali è Jago. Jessica Nuccio interpreta Desdemona, debutta Davide Giusti, tenore marchigiano classe 1986, nel ruolo di Cassio.
Otello non è un titolo ricorrente nella programmazione dello Sferisterio, ma ha segnato pagine importanti nella storia dell’Arena Maceratese. La prima produzione è datata 1967, anno che vede il ritorno dell’opera allo Sferisterio dopo l’interruzione del 1922. La regia è di Gian Carlo Del Monaco, la direzione di Giuseppe Morelli con Mario Del Monaco nei panni del Moro, Aldo Protti in quelli di Jago e Antonietta Cannarile-Berdini in quelli di Desdemona. Per rivedere Otello bisogna attendere il 1980, questa è la volta di Guy Chauvet, Silvano Carolli e Lella Cuberli che portano in scena il dramma di Verdi sotto la direzione di Ettore Gracis per la regia di Dario Dalla Corte. L’ultima rappresentazione è invece del 1999, con Renato Bruson nei panni di Jago. Con lui Vladimir Galouzine e Lucia Mazzaria. Regia di Philippe Arlaud e direzione di Donato Renzetti.