Oggi, memoria liturgica di Santa Teresa di Lisieux, Patrona delle Missioni, alle ore 11:00 il vescovo Nazzareno Marconi ha presieduto il Rito di Benedizione per l’apertura del cantiere di restauro presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Tolentino.
Alla cerimonia hanno partecipato il Responsabile Tecnico della Procedura per conto della Diocesi di Macerata, il parroco pro tempore Don Ariel Veloz Mendez, il sindaco Mauro Sclavi, la neo consigliera regionale Silvia Luconi, il presidente del Tavolo di Concertazione per il recupero e la valorizzazione della Via Lauretana, Renato Poletti, e il commissario straordinario per la Ricostruzione post Sisma 2016, sen. Guido Castelli.
I lavori consisteranno nella riparazione dei danni strutturali prodotti dal Sisma del Centro Italia del 2016 sulla chiesa e sull’annessa Stazione di Posta, attiva fin dal XVI secolo per offrire ricovero ai pellegrini della Via Lauretana, l’antico itinerario che, percorso dai fedeli provenienti da ogni parte d’Europa, congiungeva Roma con la Santa Casa di Loreto. Sulla facciata, all’interno del portico, si conserva questa iscrizione: «Da qui è / Tolentino è / un miglio e mezzo e dieci passi ó / pellegrino / 1748». La Chiesa verrà riaperta al culto, mentre la Stazione di Posta verrà restituita alla sua funzione di accoglienza povera per i pellegrini.
Il progetto è stato redatto dall’Arch. Paolo Canullo in collaborazione con l’Arch. Luca Anconetani, Ing. Marco Cortellucci, l’Ing. l’Ing. Henry Gullini e l’Ing. Aldo Tuzio. I lavori saranno eseguiti dall’Impresa Edile Paolini Simone srl.
L’intervento è finanziato tramite l’Ordinanza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione post Sisma del Centro Italia 2016, n. 19 del 7 aprile 2017. La fine dei lavori è prevista per il 30 settembre 2027.
In particolare, la Diocesi ringrazia l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, e l’Ufficio Tecnico del Comune di Tolentino per la preziosa collaborazione istituzionale e tecnico-amministrativa.
A Tolentino farà stazione la statua della Madonna di Loreto, il 4 ottobre, nell’ambito dell’evento giubilare della Peregrinatio Mariae, che partendo dalla Santa Casa di Loreto il 3 ottobre, arriverà a Roma l’11 ottobre, dove sarà accolta dapprima nella chiesa dei Marchigiani di San Salvatore in Lauro e, domenica 12 ottobre, giungerà sul sagrato della basilica di San Pietro in Vaticano, dove il Santo Padre, Leone XIV, presiederà la Celebrazione Eucaristica in occasione del Giubileo della Spiritualità Mariana.

Dichiarazione del vescovo mons. Nazzareno Marconi
«Il restauro di questa chiesa che iniziamo non è semplicemente il ripristino di una chiesa di periferia. Il suo valore storico è significativo anche in connessione con la Via Lauretana, ma è anche importante perché costituisce un collegamento tra Tolentino e San Severino e la zona interna. In passato i confini delle diocesi erano delle indicazioni di separazione, oggi sempre più, soprattutto verso l’interno, le nostre diocesi vicine ragionano in una logica di collaborazione sempre più stretta. Si tratta di una scelta importante della chiesa, perché solo dalla coesione dei nostri territori e dalla collaborazione di tutta la nostra popolazione potrà venire un futuro per la vita di fede e anche per la vita comunitaria delle nostre zone interne».

Dichiarazione del commissario straordinario sen. Guido Castelli
«Ringrazio mons. Nazzareno Marconi, il sindaco Mauro Sclavi, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e tutti i tecnici e professionisti che stanno lavorando con dedizione a questo progetto. La ricostruzione è una sfida che possiamo vincere solo se camminiamo insieme: istituzioni, comunità e Chiesa. Oggi siamo qui per dare inizio a un cantiere che non riguarda solo mattoni e strutture, ma identità, memoria e accoglienza. Questa Chiesa, che tornerà a risplendere, e la Stazione di Posta, che sin dal XVI secolo offriva ricovero ai pellegrini della Via Lauretana, sono segni concreti di un cammino che continua, un simbolo: la strada c’è, occorre seguirla. Restituire questo complesso alla sua funzione – spirituale e di accoglienza povera – è un gesto che tiene insieme passato e futuro. È così che si ricostruiscono davvero i territori feriti: con rispetto per le radici e uno sguardo lungo, capace di dare nuove opportunità alle nostre aree interne».