Giovanni Falcone: “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.”
Con questo esempio ci accingiamo a vivere due giornate intense il prossimo 17 e 18 ottobre con Luciano Tirindelli, agente della scorta del magistrato Giovanni Falcone e Presidente dell’Associazione Scorta Falcone.
Un grande onore avere con noi un uomo  che ci racconterà uno dei momenti più significativi della storia italiana degli ultimi trent’anni ed abbiamo voluto dare un messaggio di speranza ai nostri giovani con il titolo di questa manifestazione Capaci di Coraggio.
Il primo incontro sarà Giovedì 17 ottobre alle ore 21.15  presso la sala convegni presso il Comune di Pollenza, dove Luciano Tirindelli sarà intervistato da Alessandra Pierini, ripercorrendo con lui tuta la storia di Giovanni Falcone per arrivare al momento più critico della sua esistenza quando divenne bersaglio della mafia, perché Falcone aveva capito che per combatterla occorreva qualcosa di più che essere un onesto e bravo magistrato.
Capaci di Coraggio continua il giorno dopo 18 ottobre alle ore 11 presso l’Istituto Tecnico Economico A Gentili di Macerata, dove Luciano Tirindelli incontrerà le autorità e molti giovani, qui ci mostrerà immagini, storie della sua vita come agente di scorta, ripercorrendo l’esempio e le testimonianze che Giovanni Falcone voleva trasmettere alle nuove generazioni , infatti lui affermava sempre:” Vanno aperte le porte ai giovani. Nessuno deve averne paura – Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Quelle idee, quelle speranze, ragazzi, hanno bisogno delle vostre gambe. Buon cammino a tutti noi”.
Alle ore 16 del 18 ottobre Luciano Tirindelli sarà in via Garibaldi n. 20 aula Proietti, ospite del  Macerata Humanities Festival, un appuntamento unico nel suo genere in Italia che, dal 15 al 18 ottobre, trasforma la città in un vibrante centro di dialogo e scoperta culturale, organizzato dall’Università di Macerata, patrocinato dal comitato delle pari opportunità dell’ordine degli avvocati di Macerata e dall’ordine degli avvocati di Macerata, che rilasceranno dei crediti formativi. Il tema principe sarà il lavoro svolto da Giovanni Falcone il quale era fermamente convinto che per sconfiggere la Mafia occorreva conoscere i complessi meccanismi dell’organizzazione, le sue dinamiche interne Da magistrato sapeva bene che la repressione penale era indispensabile, e che anzi doveva essere molto più efficace, e sempre più adeguata, per riaffermare il primato dello Stato: nella partita tra Stato e anti-Stato va sempre messo in chiaro che lo Stato alla fine deve vincere. Senza eccezioni. Dalle sue idee sono venute nuove risposte legislative e nuovi metodi di indagine. Sono nate le Direzioni distrettuali antimafia e la Procura nazionale antimafia. Sono state elaborate nuove discipline, riguardo la ricerca e la tutela delle fonti di prova, le misure cautelari, le intercettazioni ambientali e telefoniche. Falcone ebbe il grande merito, con coraggio e determinazione, di istruire il primo maxi-processo contro la mafia, indicando, così, che la mafia non era la somma di tanti fenomeni locali separati ma un grande pericolo per la Repubblica e per la sua democrazia Pur con tutto questo impegno – che lo portò ad essere indicato dalla mafia come il nemico numero uno – Giovanni Falcone era comunque consapevole che l’azione repressiva e quella giudiziaria, da sole, non sono sufficienti per debellare definitivamente questa piaga. Accanto all’attività di prevenzione e repressione, affidata a magistrati e ad agenti delle Forze dell’ordine che, in prima fila con coraggio, spesso rischiano la propria vita, è necessaria un’azione forte e convergente su vari versanti. Su quello delle istituzioni politiche e amministrative, in cui correttezza, trasparenza ed efficienza chiudano spazi alle infiltrazioni e alle influenze mafiose. Sul versante economico-sociale, perché un tessuto sociale robusto, e tranquillo per il lavoro, si difende meglio dalle pressioni criminali. Su quello culturale ed educativo, con una costante formazione delle coscienze, individuali e collettive, che custodiscano il senso della legalità”.
Sempre il 18 ottobre alle ore 19,30 Luciano Tirindelli è stato inviato dal Sindaco di Appignano per omaggiarlo per il suo intenso lavoro al fianco delle istituzioni ma soprattutto per il messaggio di incoraggiamento che testimonia nei confronti dei nostri giovani.
La serata del 18 ottobre vedrà la conclusione della sua visita al cinema Italia alle ore 21.15 a San Severino Marche, dove incontrerà la cittadinanza tutta.
Ho scelto di fare questo lungo giro perché la difesa della parità di genere passa proprio nella possibilità di non essere vittime di mafie che usano la paura per impedire alle donne di poter emergere nel lavoro, nella vita sociale ed in ogni contesto dove esse si vogliono esprimere.
Capaci di coraggio è un messaggio che ci accompagnerà non solo in questi due giorni ma nell’esempio di chi quotidianamente vuol dare una speranza che lo Stato può e deve vincere ogni tipo di mafia.

Deborah Pantana
Consigliera di parità della Provincia di Macerata