Sono già passati otto anni dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale, ma la ferita lasciata sui territori e sulle persone rimane indelebile. Il nostro ricordo torna a quel 24 agosto 2016 in cui, alle 3:36, sotto le macerie restarono 299 vittime. Il lavoro di ricostruzione, al quale – da allora – tutti i governi si sono dedicati, sta finalmente dando i suoi frutti. 
Giorno dopo giorno, osserviamo in quei territori nuove ”ripartenze”: cittadini che rientrano nelle loro abitazioni, imprenditori che ritornano alle loro aziende, ragazzi di tutte le età che sono nuovamente accolti in scuole sicure e non provvisorie.
In questi anni l’impegno degli Ingegneri Marchigiani si è concentrato proprio su questo: progettare e dirigere l’edificazione delle costruzioni per garantire la loro sicurezza sismica, affinché i territori colpiti dai terremoti possano risorgere ed essere il primo esempio italiano di rigenerazione urbana e sociale messo in atto dopo un grave terremoto in aree interne.
Grazie all’impulso che il Governo sta dando a queste zone, attraverso le Regioni e il Commissario Straordinario, quel paesaggio collinare e montano fortemente compromesso nel 2016 è in fase avanzata riqualificazione; nuove strutture e infrastrutture lo rendono ancor più attrattivo per i cittadini e per il turismo. 
Stiamo assistendo a una progressiva accelerazione della ricostruzione post sisma, processo che vede protagonista il cittadino legato alla propria terra, che non vuole abbandonare. 
Man mano che il tempo trascorre, le polemiche si sopiscono e lasciano il giusto spazio a coloro che vogliono nuovamente investire nelle aree interne, per vivere, lavorare e fare cultura.