Grande successo di pubblico, sabato scorso (16 marzo) al Teatro Pergolesi di Jesi per l’inaugurazione dell’anno spontiniano: i festeggiamenti sono iniziati con un concerto di particolare rilievo, vista la presenza sul podio del M° Riccardo Muti, alla guida della sua orchestra giovanile “Luigi Cherubini”. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi per celebrare in questa occasione Gaspare Spontini che è nato a Maiolati, in provincia di Ancona, nel 1774.
Il concerto è iniziato con l’esecuzione dello Stabat Mater di Giovan Battista Pergolesi per soprano, contralto, archi e contralto, splendidamente cantato da Damiana Mizzi e Margherita Maria Sala. L’orchestra d’archi proposta dal direttore era significativamente ridotta ma ha saputo accompagnare deliziosamente le voci, sottolineando con ardore gli affetti proposti dalla partitura e dal testo della sequenza di Jacopone da Todi. Gli strumenti erano moderni, niente corde di minugia né archi barocchi, ma ciò non costituisce una critica, vista la perfezione tecnica degli strumentisti e l’interpretazione viva, sentita e commossa del M° Muti, ed ha funto da collegamento alla seconda parte del concerto, che ha permesso di apprezzare la caratura vocale del soprano Lida Fridman in due ardite pagine del festeggiato della serata, Gaspare Spontini: l’aria “No, Re del Cielo” dal secondo atto dell’Agnese di Hohenstaufen e “Toi, que j’implore avec effroi… Impitoyables dieux” dal secondo atto de La Vestale. Nonostante l’orchestra al gran completo il soprano russo non si è risparmiato in ardore, agilità ed acuti vigorosi e perentori. Il concerto si è concluso con l’esecuzione dell’Ouverture da La Vestale, avendo modo così di apprezzare l’ottimo livello dell’orchestra giovanile “Luigi Cherubini” (un suono ed un aplomb perfetti, da esecuzione discografica), così come la perfezione e la chiarezza del gesto direttoriale del M° Muti.
Al termine del concerto, dopo gli applausi, il M° Muti ha preso la parola intrattenendo il pubblico per un quarto d’ora, con molta ironia ed amenità, ma non tralasciando di trasmettere un messaggio importante alla città di Jesi, ed in generale alle Marche (il concerto è stato replicato ieri, domenica 17 marzo, al teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno): Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi, è stato stimato persino dal sommo Bach (che ha parafrasato lo Stabat Mater nella cantata Tilge, Höchster, meine Sünden BWV 1083), e pur essendo morto alla giovane età di 26 anni, ha lasciato alcuni sommi capolavori quali il succitato Stabat Mater, di una freschezza, genialità ed innovazione strepitosi. Altro discorso è quello di Spontini, nato in un piccolo paese delle Marche da famiglia umile. È diventato compositore di corte a Parigi e a Berlino, venerato da Wagner (che lo prenderà come modello di riferimento), ma a fine carriera non troverà altra soluzione che ritornare nel paese natale, cercando di aiutare la popolazione locale. Che cosa è rimasto di queste persone, di queste note, di questi ideali nei giovani d’oggi, negli Italiani di fronte al resto del Mondo? L’Italia (prosegue il Maestro) ha la più lunga storia della musica a livello mondiale, le Marche hanno prodotto due nomi fra i più importanti, ma nessuno oggi ne conosce più le loro musiche (la beffa peggiore l’ha subita Spontini), nessuno se ne interessa più.
Mauro Navarri
