Le sue inusuali doti fisiche le ha già messe in mostra nel 2006, correndo a 60 anni 12mila chilometri tra Macerata e Pechino in sei mesi esatti, per pregare sulla tomba del missionario suo concittadino, padre Matteo Ricci. Ha manifestato la sua fede, toccando – sempre di corsa tra il 2002 e il 2008 – i santuari di Lourdes, Santiago de Compostela, Fatima, Czestochowa e arrivando fino in Terra Santa, unendo insieme devozione religiosa e passione sportiva. Poi, nel 2012, la coast-to-coast negli Stati Uniti d’America, partendo simbolicamente dalla “replica” della Porziuncola di San Francisco per concludere il suo itinerario a New York, sul memoriale di Ground Zero.
Ulderico Lambertucci, classe 1946 di Treia (Macerata), è pronto di nuovo a indossare gli scarpini da maratoneta per cimentarsi con una nuova impresa, ormai sulla soglia degli ottant’anni. Il pellegrinaggio “Loreto-Lourdes: il mio grazie a Maria” inizierà dalla Santa Casa di Loreto sabato 24 febbraio per concludersi al Santuario di Nostra Signora di Lourdes fra sabato 23 e domenica 24 marzo, in occasione della Domenica delle Palme.
Ventidue anni dopo, Ulderico ripeterà l’itinerario già percorso nel 2002, sostenuto e supportato dall’associazione sportiva dilettantistica ColleMar-athon di Fano. Dopo gli anni del Covid e la forte crisi che da tempo sta segnando il tessuto economico e produttivo, vuole rimettersi in cammino per ringraziare le Vergine Maria di averlo sempre accompagnato e sostenuto. Lungo l’itinerario tra Loreto e la meta francese ai piedi dei Pirenei, Ulderico ha previsto una serie di soste per raccogliersi in preghiera e portare il suo messaggio di fede e di pace, visitando i principali santuari mariani che troverà nel suo percorso. Fino alla destinazione finale di Lourdes, dove proprio l’11 febbraio si celebrano la festa della Vergine Maria e quella della Giornata mondiale del malato.

La corsa, una scoperta a quasi 50 anni

Lambertucci ha lavorato fin da ragazzo come muratore e poi imprenditore edile. Solo dal 1995 – a quasi cinquant’anni – ha scoperto di essere un corridore dalle doti inusuali. Tanto da rendersi protagonista nel 2000 di un record da Guinness dei primati: quello di aver portato a termine ben 46 maratone in un solo anno, tra le più celebri al mondo.
Ma Ulderico non si limita a correre in gare podistiche competitive, molte delle quali come decano e portabandiera della ColleMar-athon Asd di Fano. Il suo impegno e i suoi risultati sono “testimoni” anche dello stile alimentare mediterraneo: un modo per dimostrare come una dieta varia e bilanciata possa aiutare a ottenere elevate prestazioni a qualsiasi età e senza dover necessariamente ricorrere a sostanze stimolanti o, peggio, proibite.

Fede sport nelle sue imprese podistiche

Con le sue imprese, ha sempre abbinato la passione per la corsa con la sua fede religiosa e con la devozione, in particolare, alla Vergine Maria. Lo testimoniano soprattutto i 1.600 chilometri tra i santuari di Loreto e Lourdes nel 2002, i 3.000 da Fatima, passando per Santiago di Compostela e fino a Loreto l’anno successivo, e i circa 1.900 tra Roma e il Santuario della Madonna Nera di Czestochowa, in Polonia, nel 2004. Oltre 6.500 chilometri con la benedizione di Giovanni Paolo II, che lo ha ricevuto in udienza, e quella dei Vescovi di Loreto, Lourdes e Fatima.

L’impresa più grande, per “incontrare” la Cina di Matteo Ricci

Un pellegrinaggio davvero insolito, quello compiuto da Ulderico Lambertucci nel 2006. È partito da Macerata – nelle Marche – il 4 febbraio per arrivare fino alla tomba del suo concittadino padre Matteo Ricci, il religioso gesuita che alla fine del Cinquecento portò in Cina il Vangelo e le sue conoscenze scientifiche.
Lambertucci e i suoi compagni di viaggio del camper, Zamir e Ferdinando, hanno affrontato un lungo tragitto attraverso l’Europa dell’Est e le sconfinate praterie dell’Asia centrale: Italia, Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania, Moldavia, Ucraina, Russia, Kazakhstan e infine la Cina. In totale 12mila chilometri. Fino a chiudere la sua impresa il 12 agosto 2006, con l’arrivo sulla tomba di padre Matteo Ricci nel cuore di Pechino.

Roma-Gerusalemme: messaggero di pace e dialogo

Dopo la devozione verso la Vergine Maria, gli itinerari dei grandi pellegrinaggi europei, la Via della Seta verso la Cina per trovare la memoria di chi nei secoli passati ha evangelizzato il lontano Oriente, nel 2008 l’attenzione di Ulderico Lambertucci si è concentrata sulla pace nel mondo e il dialogo interreligioso.
Ulderico ha unito insieme le “città sante” di Roma e Gerusalemme. Con la consapevolezza di poter fare ben poco per eliminare guerra e violenza, ma con la certezza della grande importanza del messaggio di pace che portava con sé. Non è stato lui il protagonista assoluto. Ha voluto soltanto farsi “strumento di pace”, come era solito dire san Francesco di Assisi.
La data della partenza, il 1° gennaio 2008, non è stata casuale. Come non lo è stato il luogo d’inizio del suo lungo viaggio. Ulderico Lambertucci è partito da Roma, dal caldo abbraccio del colonnato di piazza San Pietro, nella Giornata mondiale della Pace, salutato da papa Benedetto XVI e dal vicario del Santo Padre per la Città del Vaticano, il card. Angelo Comastri, suo grande amico.
Una corsa di circa seimila chilometri, prima in Italia, toccando alcuni luoghi-simbolo del dialogo e dei rapporti fra Occidente e Oriente. Poi la discesa lungo le martoriate terre balcaniche, teatro di guerra e violenze più volte nel Novecento e fino a pochi anni fa. E poi la Grecia, la Turchia, la Siria e la Giordania, prima di scendere nella tormentata Terra Santa, dove anche in questi mesi si stanno consumando le lotte tra lo stato di Israele e quello della Palestina.

San Francesco anche nella coast-to-coast americana

Nel 2012, Ulderico parte per una nuova, entusiasmante impresa podistica: da San Francisco, sulla West Coast degli Stati Uniti, fino a New York, nell’estremo oriente degli Usa. Oltre 4.600 chilometri per unire insieme due luoghi simbolo, sempre con l’intento di portare un messaggio di pace e di dialogo fra religioni e culture diverse.
A San Francisco, infatti, Ulderico Lambertucci parte simbolicamente dalla Porziuncola Nuova di San Francesco, ricostruita tale e quale a quella di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Un’autentica “meraviglia” voluta dall’allora italo-americana vice-sindaco di San Francisco, Angela Alioto. La corsa vera e propria Lambertucci la inizia a Los Angeles, per concluderla a Ground Zero, a New York, diventato negli anni una sorta di “sacrario” delle vittime degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.