Prorogata fino a domenica 21 gennaio la mostra “La stanza di Ali – Aliberto Sagretti lighting designer” ideata e allestita presso gli spazi info point di Piazza della Libertà a Macerata dall’associazione romana Teatroinscatola con il fondamentale supporto dell’Accademia di Belle Arti cittadina, del Comune di Loro Piceno e patrocinata dal Comune di Macerata.
La mostra tributo ad Aliberto Sagretti, sorprendente lighting designer di Loro Piceno (Macerata) scomparso tragicamente il primo settembre di 4 anni fa, ha riscosso un buon successo di pubblico che, nel periodo natalizio, ha esplorato la stanza-scatola il cui progetto illuminotecnico è stato curato dagli studenti del biennio di Visual Light Design coadiuvati dalla Prof.ssa Francesca Cecarini.
«Abbiamo voluto prorogare ancora di qualche giorno la mostra dedicata ad Aliberto Sagretti, – spiega l’Assessore alla Cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta – un piccolo scrigno, “illuminato” dalla fantasia dei giovani dell’Accademia, che mette in risalto i risultati raggiunti da un professionista che può rivelarsi un punto di riferimento importante per i giovani studenti che hanno la fortuna di formarsi in una professione oggi così tanto richiesta ed utile per esaltare e rendere pregno di significato uno spazio architetturale, uno spettacolo o ogni altra forma di espressione artistica».
Pur nella parzialità dei documenti esposti, che testimoniano solo in parte il ricco ventaglio di collaborazioni di Aliberto Sagretti come lighting designer, emerge forte la sostanzialità della sua figura nelle parole del Maestro americano del teatro-immagine Robert Wilson, colui che, attraverso la luce, ha ridefinito i canoni della rappresentazione scenica facendo della luce un elemento narrativo fondamentale.
«Aliberto, così lo descrive testualmente Bob Wilson, – evidenzia l’ideatore della mostra Lorenzo Ciccarelli – poteva creare magie dal nulla, mescolava i colori come un pittore, era un collaboratore fondamentale per il successo dei suoi lavori. Lo dice un maestro del teatro che, negli anni Settanta, periodo durante il quale Strehler rivendicava la potenza della luce, grazie alla professionalità dell’elettricista, Svoboda creava le sue scenografie con l’uso della luce e dei mezzi informatici, lasciando, entrambi, lo spazio alla parola dello scrittore, Wilson fece in modo che la luce assumesse un linguaggio assolutamente autonomo, fino a diventare protagonista dello spettacolo, trasformando, così, l’illuminotecnica in una vera e propria drammaturgia. Al professionista, prima ancora che all’uomo va questo sentito e doveroso omaggio».  
In un momento storico in cui l’illuminotecnica sembra aver raggiunto le vette più alte di un interesse trasversale e giustamente dovuto, un’occasione per conoscere e ripercorrere alcune fondamentali tappe della vita e del lavoro di un grande professionista della luce.