“Se per il sindaco di Macerata e la maggioranza con la quale governa la città, la questione della mancata nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’IRCR scaduto da 5 mesi e della conseguente impossibilità di incaricare un nuovo Direttore Generale è totalmente sfuggita di mano, allora chiediamo conto alla Regione Marche.” E’ quanto scrive in una nota il consigliere regionale PD, Romano Carancini, che aggiunge: “Per ricostruire: con una paralisi dell’azienda che dura ormai da mesi, abbiamo assistito dapprima all’ammissione – per bocca del capogruppo maceratese di Fratelli d’Italia – di ritardi, di tempo perduto fino a parlare di sorpasso da parte di altre questioni più “urgenti”. Successivamente alla corsa ai ripari con la presunta indicazione del sindaco Parcaroli di una possibile Presidente fortemente voluta sia da lui (così sembrava) che da tutta la maggioranza (così sembrava). Infine al coup de théâtre dei coordinatori sia della Lega, il partito del sindaco, sia della sua lista civica, che di fatto lo smentiscono e pubblicamente si rimpallano dinamiche di nomine, poltrone, indicazioni.
Ho presentato già la scorsa settimana in Consiglio regionale un’interrogazione relativa alla posizione della Regione Marche – che nei confronti di IRCR Macerata esercita funzioni di controllo e si avvale dei suoi preziosi servizi nell’ambito del sistema sociosanitario regionale – rispetto ad eventuali interlocuzioni con il sindaco di Macerata per porre fine, quanto prima, a questa assurda e prolungata condizione di paralisi. Condizione che obbliga il vecchio CdA dell’azienda alla sola ordinaria amministrazione, senza la possibilità, quindi, di esercitare le funzioni di indirizzo e di programmazione e operare scelte fondamentali di governance, ivi compreso l’avvio di una proceduta di selezione per l’incarico di Direttore Generale, figura fondamentale anch’essa al momento assente.
Non è possibile e, soprattutto, non è serio liquidare la questione di questo dannoso ritardo parlando di faccende più urgenti: la situazione dell’IRCR non può viaggiare sul binario delle urgenze e delle scelte prese in corsa, bensì avrebbe richiesto attenzione, visione e programmazione, perché prevedibile e determinata.
Il CdA ha dei tempi di carica precisi, così come il contratto del Direttore Generale, a sua volta nominato dallo stesso Consiglio. Si sapeva quando sarebbero scaduti, si conoscevano perfettamente le durate.
Si doveva porre attenzione, con anticipo e con serietà amministrativa, al futuro di un’azienda pubblica di servizi alla persona che con i suoi circa 100 dipendenti costituisce oggi un faro, un punto di riferimento, non solo per il comune capoluogo ma anche per le altre strutture gestite nella provincia di Macerata.
E invece, dopo mesi, ci ritroviamo con un CdA paralizzato, programmi e investimenti che non possono essere portati avanti, una direzione assente, il rischio di compromettere i servizi e di andare incontro al commissariamento, con promesse e smentite che volano dai banchi della maggioranza.
Non è più accettabile che il sindaco di Macerata, colui che – ricordiamolo – nomina CdA e Presidente IRCR, continui a restarsene in silenzio in questo balletto di voci e sconfessioni, perché ha una responsabilità enorme verso la parte fragile della città amministrata, verso le persone anziane assistite, le loro famiglie, verso i lavoratori. Vediamo se anche la Giunta regionale, interrogata, resterà in silenzio.”