Ospite di oggi a Dolce far Niente, con Morena Oro e Nazzareno Tiberi, Gianluca Lalli, cantautore e scrittore, è stato tra i vincitori del talent radiofonico Demo, l’Acchiappatalenti condotto da Michael Pergolani e Renato Marengo su Radio Rai Uno. Nel 2005 ha vinto il premio “Rino Gaetano”.
Nel 2011 ha pubblicato il suo primo album Il tempo degli assassini per l’etichetta Ghiro Records.[1]. Nel 2013 il suo video musicale Il lupo ha vinto il premio Hard Rock Cafè nell’ambito del festival del cinema di Venezia.
Nel 2014 ha pubblicato il secondo album La fabbrica di uomini in cui ha collaborato con Claudio Lolli al brano Il grande freddo, pubblicato poi anche dallo stesso Lolli e vincitore del premio “Luigi Tenco” nel 2017. Nel 2017 ha pubblicato il suo terzo album, Metropolis.
Come scrittore ha pubblicato il libro di racconti Radio Waldgänger (2011), la raccolta di poesie Una voce dal nulla (2013), la raccolta di canzoni e poesie La bella che è addormentata (2015), il romanzo storico Dal Vangelo secondo me (2016) e la raccolta di poesie e aforismi La rivoluzione è un fiore non colto (2017). Nel corso della sua carriera ha collaborato oltre che con Claudio Lolli, anche con Flaco Biondini, chitarrista e produttore di Francesco Guccini, col poeta e attore Remo Remotti, con l’attore Mariano Rigillo, con i sassofonisti il Daniele Sepe e Nicola Alesini, con Adriano Bono cantante del gruppo reggae romano Radici nel Cemento e con il “Cimarosa quintet”, il quintetto d’archi dei docenti del conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino. Ha collaborato con l’attore e doppiatore Francesco Pannofino, con lo scrittore Diego Cugia. padre del personaggio Jack Folla trasmesso da Radio Rai dal 1998. Ha collaborato con i Modena City Ramblers nel Tour del 2019 e con il comico Giorgio Montanini nel 2020. A settembre del 2020 è uscito il disco Favole al telefono, ispirato dall’omonima opera di Gianni Rodari; il disco è stato inserito nel palinsesto Rai dall’emittente radiofonica Radio kids. Ha partecipato alla trasmissione Storie di RAI 2 con Laura Gialli e a Arrivi & Partenze dell’emittente radiofonica RAI ISORADIO a cura di Federico Biagione. Nel 2020 ha realizzato come regista un film documentario sulla vita di Rino Gaetano dal titolo Rino; l’anno successivo, con il brano Libertà, é tra i vincitori del Premio Poggio Bustone. Nel 2022, ospite della trasmissione di Rai Radio 1 di Marco Rho, presenta il disco Letteratura in Musica.
Lo spettacolo Lisistrata si propone di ripercorrere, attraverso vari personaggi femminili e con l’ausilio della poesia, e la musica le fasi storicamente più importanti della nostra società, raccontando vicende di donne, protagoniste-vittime della violenza di genere. Il titolo è una rievocazione e insieme un omaggio alla commedia di Aristofane che per la prima volta collocò le donne come protagoniste di uno spettacolo teatrale, immaginando così un mondo alla rovescia, un mondo pacifico guidato da donne, suscitando angosce ancestrali di cui neppure lo stesso grande commediografo fu scevro. Volgendo brevemente lo sguardo alla nostra storia, raramente alla donne sono stati offerti gli strumenti attraverso i quali ribellarsi: istruzione, autonomia economica, autodeterminazione, tutele giuridiche. Tuttavia, con il passar del tempo, ci sono state importanti rivoluzioni a favore delle donne e spesso promosse dalle donne stesse: dalla legge più importante, quella del mondo romano, che concesse alle donne il diritto di ereditare, alle più recenti conquiste quali il diritto di voto, l’abolizione della ridicola legge sulla delitto d’onore o la lentissima agonia del matrimonio riparatore, le leggi sul divorzio e sull’aborto, il lento ma progressivo riconoscimento delle competenze femminili nel mondo del lavoro. Tuttavia, il fatto che i femminicidi e gli omicidi di genere siano sempre più frequenti (fino a 114 in un mese!) fa riflettere su come questa società, malgrado le conquiste giuridiche, sia ancora in effetti una società violenta, analfabeta in senso civico, incapace di accogliere come un arricchimento le diversità di ogni sorta, spesso vissute con competitività e percepite come un impedimento alla realizzazione di se stessi.