Al Teatro Lauro Rossi di Macerata, sabato scorso le istituzioni e i giovani sono stati i protagonisti di “Guardami negli occhi. In nome di Artemisia” in occasione della seconda iniziativa organizzata dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Macerata per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ha visto coinvolte le scuole superiori della città – Liceo classico e linguistico “G. Leopardi”, Liceo scientifico “G. Galilei”, Liceo artistico “Cantalamessa”, l’IIS “Padre Matteo Ricci” e l’Ipsia “Corridoni” – precedentemente invitate ad approfondire la vita e le opere della pittrice Artemisia Gentileschi con un elaborato.
“Questa è la seconda iniziativa e vedere tutti questi ragazzi – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli portando i saluti dell’Amministrazione comunale alla platea -, questi studenti accompagnati dai dirigenti scolastici, è molto emozionante, perché stiamo trattando di argomenti molto delicati e penso che l’amore, il rispetto e il sogno nascano proprio a questa età”.
Una proposta agli studenti e alle scuole presenti è stata lanciata dal prefetto Flavio Ferdani: “Queste giornate sono state veramente importanti perché tutte le istituzioni hanno messo a fattore comune l’impegno per contrastare una piaga inaccettabile qual è la violenza nei confronti delle donne. Occorre lavorare in modo quotidiano se vogliamo veramente cercare di debellarla. Lancio una proposta che penso e spero che il sindaco e il vice sindaco accetteranno: istituiamo un premio dedicato ad Artemisia Gentileschi dedicato alle scuole, affinché possano trasformare il tema della violenza nei confronti delle donne in un impegno scolastico continuo, perché la cultura del rispetto può nascere solo all’interno di una scuola.”
Un’iniziativa fortemente voluta dal vice sindaco e assessore alle Pari opportunità Francesca D’Alessandro che ha così spiegato la genesi della serata dedicata alla Gentileschi: “Ho sempre apprezzato l’opera artistica di Artemisia Gentileschi, così piena di pathos, di dramma Ma questa serata è dedicata ai ragazzi presenti in sala. Noi italiani abbiamo una lunghissima tradizione nell’insegnamento dei valori, di cui possiamo vantarci, una cura per l’aspetto della formazione all’interno delle scuole. Grazie ragazzi, perché siete voi ad appassionarvi, ogni volta che il Comune chiama voi rispondete sempre con slancio ed entusiasmo. Abbiamo bisogno di voi anche per trasmettere questi messaggi e per ribadire il concetto di rispetto che vi deve accompagnare per tutta la vita.”
A parlare invece del protocollo ZEUS – uno strumento pensato per aiutare e proteggere le donne, ma che mira a rieducare gli uomini già dopo il primo maltrattamento, prima che si arrivi ad altri comportamenti più gravi – firmato nella mattinata del 25 dal sindaco Parcaroli e dal questore Vincenzo Trombadore, è stato lo stesso questore: “Sono 54 le questure che hanno aderito al protocollo e noi siamo stati la prima nelle Marche. Seguiamo ora altri impegni con il Sindaco, capofila dell’iniziativa e che dovrà condividere il progetto con altre province. Il protocollo prevede la prevenzione riferita all’uomo maltrattante per impedire le degenerazioni dei primi segnali di violenza.”
“Il significato di questa data, quella del 25 novembre, occorre comprenderlo sin dai banchi di scuola – ha detto invece Nicola Candido – comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata – perché bisogna cambiare mentalità per certi aspetti. È un problema di carattere culturale, è stato detto tante volte in questi giorni, e quindi i giovani che sono il futuro della nostra società devono cominciare a capirlo da subito che certi comportamenti non possono più essere tollerati”.
Il Vescovo Monsignor Nazzareno Marconi ha ricordato l’importanza del ruolo nella chiesa nei casi di denuncia di violenza: “Da tre anni la Chiesa italiana si è particolarmente strutturata per quanto riguarda un ascolto specialistico per tutte le situazioni di violenza sui minori e le minori, per cui se ci arrivano denunce di questo tipo noi abbiamo personale specificatamente preparato all’ascolto, un’attenzione per poi aiutare noi a contattare le autorità che così possono intervenire. La Chiesa è importante, perché spesso manca il coraggio di avvicinarsi alle istituzioni che vengono percepite un po’ più strutturate e forti, magari con la confidenza con un parroco oppure con il nostro consultorio o i vari centri di ascolto Caritas viene più naturale e facile.”
Infine la prorettrice Unimc Natascia Mattucci:“Ci siamo trovati su alcuni punti in comune per portare avanti questo lavoro di contrasto alla violenza di genere, a partire soprattutto dalla formazione. Gli studenti troveranno una grande accoglienza, perché il lavoro che stiamo portando avanti da anni è un approccio di contrasto alla violenza che parte dalla dimensione del sapere e della cultura. Credo che la scelta della figura così emblematica di Artemisia Gentileschi sia di particolare rilievo perché di contrasto alle forme di dominio e di violenza che esigono innanzi tutto un lavoro alle radici culturali. Scuole e università possono fare molto in questa direzione.”
Quella al Lauro Rossi è stata una serata, condotta da Alessandra Pierini , che ha visto alternarsi anche un’esibizione coreutica di Olta Shehu, letture tratte dalle lettere di Artemisia Gentileschi da parte dell’attrice Daniela Treggiari, la proiezione di immagini dei quadri dell’artista a cura di Francesca Coltrinari accompagnata da momenti musicali animati dal violoncello di Valentina Verzola della Scuola civica di musica Stefano Scodanibbio.
A concludere la serata i ringraziamenti del vice sindaco e assessore alle Pari opportunità Francesca D’Alessandro: “È stata una serata molto intensa, e penso davvero che questo format stia prendendo piede. Voglio ringraziare i ragazzi, i docenti, i dirigenti, i rappresentati delle istituzioni e l’ufficio dei Servizi sociali, che molto spesso si imbattono in casi difficili e, purtroppo, anche nelle situazioni di cui abbiamo parlato questa sera.”