Claudia Properzi, laureata dell’Università di Macerata, è la vincitrice del premio Laura Conti, promosso da Icu e Ecoistituto Alex Langer per premiare le migliori tesi di laurea in temi ambientali. Il percorso universitario della giovane, originaria di Corridonia, in Consulenza e direzione aziendale si è concluso nel 2019 con una laurea da 110 e lode. Grazie al supporto della professoressa relatrice, Raffaella Coppier, Properzi ha discusso una tesi dal titolo “Il land grabbing e la sua relazione con il fenomeno migratorio”, supportata, nella fase di ricerca, anche dal professor Roy Cerqueti e dalla correlatrice di tesi, la professoressa Michela Soverchia.
Cosa l’ha spinta ad approfondire il tema del land grabbing nel contesto migratorio?
Il desiderio di comprendere quanto le nostre azioni, quindi quelle della società occidentale, incidano sui paesi da cui spesso hanno origine i flussi migratori.
In breve, di cosa si tratta, quando nasce questo fenomeno e quali sono le conseguenze?
Il land grabbing o rush for land consiste nell’acquisizione o nell’affitto per lunghi periodi di tempo e a prezzo irrisorio di vaste aree di terra situate in paesi poveri o in via di sviluppo da parte di nazioni che investono al fine di produrre raccolti volti alla sola esportazione. Questo, nella maggioranza dei casi, determina un mero sfruttamento delle risorse locali a discapito delle popolazioni autoctone che vedono messa a repentaglio la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei loro paesi. Deforestazione, perdita del controllo delle risorse idriche, dislocazione dei piccoli agricoltori e mancato sviluppo economico sono le conseguenze a cui inevitabilmente si va incontro se non si pone l’attenzione sui paesi destinatari di tali investimenti.
C’è correlazione tra il land grabbing e gli attuali flussi migratori sul Mediterraneo?
L’analisi sul land grabbing rende un effettivo riscontro di reali eventi di dislocamento della popolazione sia internamente sia oltre i confini nazionali, come confermano i risultati della ricerca. Tale dinamica è confermata anche dalla stessa Agenzia Europea della guardia di frontiera e costiera Frontex secondo cui al 2016 la maggior parte dei migranti che transita sul Mediterraneo proviene dalle regioni subsahariana e centroafricana, regioni appunto in cui il fenomeno si sviluppa in modo più significativo. Rimane comunque la possibilità di indagare ancor più approfonditamente la correlazione tra i due fenomeni essendo i dati in continuo aggiornamento.
Come ha proseguito il suo percorso professionale dopo la conclusione degli studi?
A luglio 2019 sono stata assunta come consulente finanziario da Poste Italiane ma, dopo un breve periodo, ho sentito la necessità di dedicarmi ad altro. In seguito al superamento di un concorso pubblico, oggi lavoro per Svim – società di sviluppo della regione Marche – nel settore delle emergenze territoriali.