«Il ricorso è infondato e deve quindi essere respinto». È la decisione dei giudici della Prima sezione del Tribunale amministrativo regionale che si sono espressi sul ricorso presentato da alcuni residenti di Valle Cascia preoccupati per la realizzazione di un fabbricato industriale nella frazione. Nel ricorso al Tar avevano contestato le modalità di rilascio dei pareri degli enti coinvolti alle ditte che avevano richiesto il Titolo unico di autorizzazione e l’Autorizzazione unica ambientale e una serie di presunte violazioni. A loro avviso non sarebbe stata considerata la complessità della situazione ambientale, sanitaria, edilizia e urbanistica della frazione di Valle Cascia. Il ricorso, nel quale si sono costituiti il Comune di Montecassiano con l’avvocato Cinzia Cioverchia, la Provincia di Macerata, il Ministero dell’Interno, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e le imprese 2 Star srl, Rr Italia spa e Centro Tubi Italia srl, è stato ritenuto dai giudici infondato.
Per il Tar non c’è stata alcuna mancanza istruttoria e in merito al presunto mancato coinvolgimento del sindaco i giudici nella sentenza hanno evidenziato che «i poteri del Sindaco in materia sanitaria sono concessi per adottare provvedimenti urgenti tutte le volte che vi sia una situazione critica sul piano sanitario che venga accertata da un organo tecnicamente competente. Non rientra invece fra le sue competenze quella di rilasciare pareri preventivi circa la compatibilità con le norme esistenti a tutela ambientale di un nuovo impianto produttivo; diversamente opinando tale parere si verrebbe a sovrapporre a quelli della Asl e delle Agenzie Ambientali senza che il Sindaco disponga di strutture amministrative aventi la competenza tecnica per la formulazione del parere».
«Lo scorso anno – ha commentato il sindaco Leonardo Catena – per settimane sono stato oggetto non tanto di critiche (quelle sempre ammissibili) quanto di feroci attacchi personali di alcuni concittadini che imputavano a mie responsabilità personali l’esito della procedura amministrativa di autorizzazione dell’insediamento di una nuova attività produttiva a Valle Cascia. Hanno inviato comunicati stampa e invitato emittenti televisive gridando contro il sindaco per l’insediamento della “fabbrica di plastica” e chiamando in causa anche responsabilità degli uffici comunali che si sono dimostrate infondate. In quei giorni ho ascoltato con il massimo rispetto le comprensibili preoccupazioni di chi abita a ridosso dell’insediamento e che civilmente contestava un’iniziativa che tuttavia non aveva richiesto alcuna autorizzazione o deliberazione politica a me attribuibile. Al contempo ho subìto in silenzio ingiustificati e offensivi attacchi personali da parte di alcuni – pochi a dire il vero – concittadini, ma anche da parte di quei consiglieri di opposizione che hanno barbaramente cercato di speculare su una vicenda col solo intento di gettare fango su chi li aveva sconfitti sonoramente alle elezioni. Un gruppo di concittadini ha legittimamente fatto ricorso al Tar motivando anche, tra le altre contestazioni, il mancato coinvolgimento del sindaco “in quanto dotato di rilevanti poteri in materia sanitaria”. Tuttavia, la sentenza del Tar non solo ha chiarito che la procedura amministrativa è stata correttamente istruita e conclusa dal responsabile del Suap, ma anche che i poteri del sindaco in materia sanitaria sono “concessi per adottare provvedimenti urgenti in situazioni critiche sul piano sanitario accertate da un organo tecnicamente competente”. Questa vicenda ci insegna che le menzogne non portano lontano e che bisogna avere la pazienza di attendere che la verità venga a galla. Non dovrebbero forse scusarsi quei consiglieri comunali che mi accusavano? Con la solita strategia del gettare fango sul sindaco vi ritrovate con la verità che mette in luce tutta la vostra incompetenza. La verità batte la strategia dell’odio».